Berlusconi: si vuol far saltare la riforma della Giustizia
Feltri-Belpietro in trincea: gioco di sponda «toghe-ribaltonisti»
ROMA - «Una cosa da ridere se non fosse che hanno tirato in ballo mio figlio». Silvio Berlusconi, secondo quanto il quotidiano La Repubblica attribuisce al Premier, fa sentire la forte la sua voce da villa la Certosa sull'indagine aperta anche a Roma sui diritti tv Mediaset nei confronti suoi e del figlio Pier Silvio.
Perchè il Presidente del Consiglio, secondo quanto non solo Repubblica ma anche il Corriere della sera e i quotidiani più vicini a Berlusconi gli attribuiscono, è convinto che l'inchiesta stralcio su Mediaset aperta a Roma abbia una valenza esclusivamente politica: boicottare la riforma della Giustizia che il Governo a incantiere ma che, oltre alla contrarietà di opposizioni e Magistratura, sconta prudenza - per non dire scetticismo e ostilità, negli alleati finiani di Futuro e Libertà. Uno stop che potrebbe con molta probabilità portare alla fine del suo Governo.
«Vogliono far saltare la riforma della Giustizia ma non ci riusciranno», ha detto il Premier ieri nel buon ritiro della Certosa, secondo Repubblica. E ancora: «Prima delle Regionali mi hanno rinviato a giudizio, adesso, proprio mentre stiamo preparando una riforma epocale della Giustizia, i Pm alzano di nuovo il tiro». Aggiunge il Corriere della Sera, attribuendo la frase ancora a Berlusconi: «Teniamoci pronti...». Pronti a cosa lo spiegano i due direttori più vicini al Berlusconi nei rispettivi editoriali su Libero e Il Giornale: Maurizio Belpietro e Vittorio Feltri. «C'e' da aspettarsi di tutto - avverte Feltri nel suo editoriale - gli anriberlusconiani di ogni colore sono elettrizzati dall'ipotesi di un ribaltone, pronti a convincere il Presidente Napolitano che è l'ora delle scelte irrevocabili: fuori il 'premier sporco' Berlusconi, dentro un nuovo 'Premier pulito'».
«Serve - dice e chiede Feltri - il solito miracolo da parte del Cav.: servirebbe un colpo di reni, un lampo di orgoglio, una reazione immediata. Ma - domanda - come fa ora Berlusconi a compiere ancora un miracolo? Non si poteva fare qualcosa prima? Il centrodestra ha commesso l'errore fatale di non presentare il lodo costituzionale Alfano nei primi tre mesi di governo, per garantire al Premier di governare la legislatura al sicuro. E' assurdo che dopo 16 anni sia ancora ad affrontare i fucili spianati di chi non riuscendo a battere l'avversario con il voto, cerca di abbatterlo a pallettoni».
Maurizio Belpietro, invece, è convinto che la «mossa-miracolo» invocata da Feltri ci sia e sia ancora possibile, ma in fretta: «Berlusconi - scrive in prima pagina senza perifrasi il direttore di Libero - si salva se rompe la tenaglia futuristio-toghe. Correre ai ripari è urgente. Si allei con chi vuole, anche con il diavolo sotto forma di Casini o di chiunque altro ritenga opportuno. Ma ribalti quello che sembra un epilogo già scritto. Noi lo scriviamo: ora, però, non resta al Premier molto tempo».
Giornale e Libero, d'altra parte, hanno analoga convinzione e certezza, espressa nei titoli di apertura a caratteri cubitali con parole pressoché identiche. «Assedio a Berlusconi, attacco a Silvio» strilla in prima il Giornale. «Caccia grossa a Silvio», titola Libero con sottotitolo affidato a vignetta di Benny dal titolo e immagine più che eloquenti. Titolo: «Lo spiedo è uguale per tutti». Immagine: un pollo allo spiedo con faccia del Premier rosola a fuoco lento in un camino con due toghe che si apprestano a ungerlo con il rosmarino e farlo a fette con un coltello.
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