12 ottobre 2025
Aggiornato 09:00
Afghanistan

L'omelia: i Militari lì per mantenere la sicurezza

Monsignor Pelvi: «Profeti del bene comune, al servizio dei più deboli»

ROMA - I militari italiani caduti sabato scorso in un agguato in Afghanistan erano lì per «il mantenimento della sicurezza, la formazione dell'esercito e della polizia afgana, la realizzazione di progetti civili come ponti, scuole, ambulatori e pozzi». Lo ha detto l'ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi, durante l'omelia pronunciata alle esequie di Francesco Vannozzi, Marco Pedone, Sebastiano Ville e Gianmarco Manca, i quattro alpini uccisi nell'attacco a est di Farah.
«Marco, Francesco, Gianmarco, Sebastiano hanno testimoniato l'amore nel servizio ai più deboli ed emarginati, senza esigere ma sostenendo; senza pretendere ma prendendosi cura; non rivendicando diritti ma rispondendo ai bisogni», ha spiegato l'ordinario militare, definendo i quattro alpini «profeti del bene comune, decisi a pagare di persone ciò in cui hanno creduto e per cui hanno vissuto». «Erano in Afghanistan per difendere, aiutare, addestrare», ha aggiunto monsignor Pelvi.