Fini: la scuola pubblica è un caposaldo della Democrazia
Il Presidente della Camera: «No al modello Usa, fa aumentare le disuguaglianze. Enorme differenza qualitativa all'interno di college e istituti»
PIACENZA - La scuola pubblica «è un caposaldo della democrazia» e della «possibilità di crescita della società» che va preferito al modello Usa che porta «ad aumentare le disuguaglianze e le divisioni». Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini, che intervistato da Stefano Folli al Festival del diritto, ha osservato: «Una delle grandi intuizioni è stata quella di incentrare nella scuola pubblica uno dei capisaldi della difesa non solo della nostra democrazia, ma anche uno dei capisaldi della possibilità crescita della nostra società.
Il che - ha aggiunto - non vuol dire che scuole di altra natura non debbano contribuire o che non siano essenziali, ma attenzione a non mettere in campo, magari in modo inconsapevole, un modello di istruzione sul modello degli Stati Uniti al posto di un modello europeo e della tradizione italiana».
DIRITTO ALLO STUDIO - Per Fini, «è indubbio che c'è un enorme differenza qualitativa all'interno degli istituti, delle Università, dei college, che non fa che aumentare le disuguaglianze e le divisioni. Il modello italiano deve essere opposto». Altrimenti «in teoria garantiamo il diritto allo studio, ma in realtà lo neghiamo perché non mettiamo in campo una politica che rimuova le diseguaglianze».
Secondo il presidente della Camera, ci si concentra «sulla precarietà degli insegnanti, ma è un aspetto che ha una valenza minore del problema generale, che è la qualità generale dell'istruzione». Fini giudica negativo il fatto che «in Italia si consideri il ruolo dei docenti come un ripiego» mentre all'estero «ritengono che l'insegnamento sia così meritorio che gli stipendi sono almeno la metà in più di quelli italiani».
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