24 aprile 2024
Aggiornato 13:00
L'affondo

Anm: i Magistrati coinvolti nelle inchieste si dimettano

«Inaccettabili le contiguità con lobbies. La questione morale è centrale, non ci possono essere tentennamenti»

ROMA - Via dalla magistratura le toghe coinvolte nell'inchiesta sulla presunta loggia segreta denominata 'P3'. Non usa giri di parole l'Anm per chiedere ai colleghi finiti nella bufera e coinvolti nelle indagini di abbandonare la toga: «E' inaccettabile - scrive nel documento approvato oggi dal 'parlamentino' - che trapeli l'immagine di una magistratura contigua a gruppi logistici e impegnata in impropri interventi volti a influire sull'assegnazione di affari e incarichi prestigiosi».

Un affondo che, di fatto, riguarda il presidente della Corte d'appello di Milano Alfonso Marra (sul quale da ieri si sono accesi anche i riflettori del Csm che ha aperto una pratica) e l'attuale capo degli ispettori del ministero della Giustizia, Arcibaldo Miller, visto che il sottosegretario Giacomo Caliendo ha già lasciato la magistratura e lo stesso ha annunciato che farà Antonio Martone, che attualmente presiede commissione di trasparenza sulla pubblica amministrazione.

Le notizie sulla 'P3', va giù duro il leader del sindacato delle toghe Luca Palamara, sono «inquietanti e allarmanti», non ci possono essere «tentennamenti», bisogna sgombrare subito il campo dagli «equivoci» e da «ogni ombra di sospetto». «Servono segnali forti. Bisogna avere la capacità di farsi da parte - gli dà man forte il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini - se un sospetto cade sulla tua persona lambisce l'istituzione. Un segnale forte sarebbe che i magistrati coinvolti liberassero l'istituzione e non la coinvolgessero».