19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Strage di Ustica

Trent'anni fa la strage del Dc-9 Itavia

La sera del 27 giugno 1980 morirono 81 persone. L'inizio di una vicenda giudiziaria protrattasi per tre decenni

ROMA - Sono trascorsi trent'anni da quella sera del 27 giugno 1980, quando dai cieli sopra il Tirreno, tra le isole di Ustica e di Ponza, il Dc-9 Itavia impegnato sulla rotta Bologna-Palermo scomparve misteriosamente. I parenti dei passeggeri, 81 tra membri dell'equipaggio e viaggiatori, attesero per ore all'aeroporto di Punta Raisi un arrivo che non ci sarebbe mai più stato. Il mattino seguente, infatti, il mare cominciò a restituire i primi rottami dell'aereo insieme ai corpi delle vittime, non lasciando più spazio a dubbi: l'aereo era precipitato.

LA VICENDA - Il 27 giugno 1980 non segnò soltanto una pagina nera nella storia dell'aviazione civile italiana, ma soprattutto rappresentò l'inizio di una vicenda giudiziaria protrattasi per tre decenni, attraverso tre gradi di giudizio e una recente riapertura dell'inchiesta. Un iter complesso e tortuoso costellato da decine di accuse e di reticenze; di intoppi e di slanci; di verità tanto auspicate quantomai accertate. Troppi misteri dietro Ustica. Silenzi dovuti ai nomi delle personalità evidentemente coinvolte dietro la strage, che di fatto non hanno consentito mai l'individuazione di quanti fossero a conoscenza di ciò che accadde quella notte sui cieli italiani. Del resto, abbandonate nel giro di breve tempo le piste dell'errore umano, del cedimento strutturale, e della bomba, gli inquirenti cominciarono ad interrogarsi su una realtà che ovviamente appariva, e appare tutt'oggi, molto più inquietante: quella del missile.
e è certo, infatti, è che in quelle stesse ore in cui il Dc-9 Itavia precipitava, era in corso una missione di addestramento con aerei militari. Velivoli che forse, anzi sicuramente, videro, registrandolo sui loro radar, quanto stava accadendo: dati che però non si conosceranno mai. Così come accadde per le apparecchiature di terra, a Marsala e Licola, le cui registrazioni del 27 giugno 1980 sono andate inspiegabilmente perse. Cosa contenessero quelle pagine resta un mistero, così come restano un mistero le tante morti sospette che negli anni hanno colpito uno ad uno i personaggi, per lo più ufficiali dell'esercito e della aeronautica, che potevano contribuire a far luce su una vicenda che oggi, a trent'anni dal suo tragico inizio, urla più che mai sete di verità.

NAPOLITANO - «Il dolore ancora vivo per le vittime si unisce all'amara constatazione che le indagini svolte e i processi sin qui celebrati non hanno consentito di fare luce sulla dinamica del drammatico evento e di individuarne i responsabili». Lo dice il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella ricorrenza del trentesimo anniversario del disastro di Ustica, in un messaggio inviato alla Presidente dell'Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, Daria Bonfietti, nel quale ha rinnovato ai familiari di coloro che hanno perso la vita in quella tragica notte la sua «partecipe vicinanza e quella dell'intera Nazione».
«La tenace dedizione e l'anelito di verità e giustizia con i quali l'Associazione da lei presieduta perpetua il ricordo di quel 27 giugno 1980 trovano la nostra piena comprensione», scrive ancora il Capo dello Stato secondo il quale «occorre il contributo di tutte le istituzioni a un ulteriore sforzo per pervenire a una ricostruzione esauriente e veritiera di quanto accaduto, che rimuova le ambiguità e dipani le ombre e i dubbi accumulati in questi anni».

SCHIFANI - «Sono trascorsi trent'anni dalla strage di Ustica e, nonostante la memoria e il dolore siano immutati nelle coscienze di tutti gli italiani, il significato di un evento così terribile ci offre oggi la possibilità di una riflessione particolare». Così il Presidente del Senato, Renato Schifani, nel messaggio inviato al Presidente dell'Associazione Parenti delle Vittime della strage di Ustica, onorevole Daria Bonfietti.

FINI - Per il presidente della Camera è «necessario ribadire e intensificare l'impegno di tutti per fare chiarezza su una vicenda che continua a proiettare la sua ombra anche sul nostro presente». E' questo il cuore di un messaggio inviato da Gianfranco Fini all'Associazione familiari delle vittime in occasione del trentennale del disastro aereo che coinvolse un DC9 dell'Itavia al largo di Ustica, in cui persero la vita 81 persone.