«Con un 5% non si boccia nessuno»
Il ministro Gelmini: «Applicare le regole con buon senso. Evitare i 6 politici e il lassismo degli ultimi anni»
ROMA - Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, assicura: Con un 5 non si boccia nessuno. A pochi giorni dal via agli esami di maturità, il ministro, ospite di Porta a Porta, ha rassicurato studenti e famiglie in merito alle nuove regole che prevedono per l'ammissione all'esame di maturità la sufficienza in tutte le materie.
BUON SENSO - «Rispetto alla prassi di questi anni di ammissione totalitaria alla maturità - ha spiegato Gelmini - questa è una delle norme pensate per restituire rigore e maggiore serietà alla scuola e alla maturità. Non mi sfugge che laddove c'è l'insufficienza in una materia, il consiglio di classe debba valutare collegialmente se ammettere o no lo studente. Queste norme - ha proseguito - vogliono evitare i sei politici e il lassismo degli ultimi anni».
«La strada intrapresa di un ritorno a più rigore è giusta - dice il ministro - è chiaro che l'applicazione delle nuove regole deve essere accompagnata dal buon senso e dunque con un cinque non si boccia nessuno. Queste norme però - ha concluso - promuovono negli studenti un maggiore impegno per raggiungere almeno la sufficienza».
RISPARMI - Il ministro, sempre durantePorta a porta, ha poi affrontato il tema della destinazione dei risparmi derivanti dalla riforma scolastica. Gelmini ha assicurato che il 30% dei fondi risparmiati con gli interventi di razionalizzazione saranno spesi «per valorizzare il merito», smentendo quindi la tesi del Pd secondo cui i fondi sarebbero stati dirottati per pagare i debiti delle scuole. «Questi soldi», ha detto, «resteranno per la valorizzazione del merito, stiamo valutando come utilizzare i risparmi che matureranno dal 2012. Nel frattempo per tre anni ci sarà il blocco degli scatti di anzianità. Dobbiamo usare questo periodo per affermare un avanzamento basato sul merito e non sull'anzianità». Già «nei prossimi giorni» saranno annunciate novità. Poi il ministro si lascia sfuggire: «È costato sangue tutelare quel 30%».
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