25 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Italia peggiora per Transparency

Corruzione, una tassa occulta da 1000 euro

Due mesi fa l'allarme della Corte dei Conti. Tra le prime cinque regioni compaiono ben quattro regioni del Sud

ROMA - La corruzione è una 'tassa occulta' che costa all'economia e ai cittadini italiani tra i 50 e i 60 miliardi di euro. Un obolo di circa 1000 euro a testa per ogni italiano, neonati compresi. E' una stima ritenuta attendibile nel primo rapporto al Parlamento del Servizio anticorruzione e trasparenza (SAeT) che fa capo al Dipartimento della funzione pubblica. Tra le prime cinque regioni, per numero di denunce di reati legati a fenomeni corruttivi - da quanto emerge dal Rapporto che è aggiornato al 2009 - compaiono ben quattro regioni del Sud (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). Al Nord, la Lombardia.

«Della corruzione - si avverte però nel Rapporto - misuriamo solo una parte»: quella scoperta che rappresenta 'l'iceberg che emerge'. «Non misuriamo invece la parte più consistente», cioè «quella che c'è e che non si vede e non si scopre: 'l'iceberg sommerso'». Questa è ancora più difficile quantificarla.
Così come mancano dati per misurare effettivamente se dai tempi di Mani Pulite ci sia stata un attenuazione o addirittura un incremento di questa forma di malcostume sociale ed economico. In tempi di crisi economica, la corruzione diventa ancora di più fattore di allarme. L'ultimo risale a due mesi fa. A lanciarlo la Corte dei Conti in occasione della inaugurazione dell'anno giudiziario. Nel 2009, le denunce alla guardia di Finanza per reati legati alla corruzione sono cresciute del 229 per cento e quelle per concussione sono aumentate del 153%. «Il fenomeno - ha affermato lo scorso 17 febbraio il Procuratore generale della Corte, Mario Restuccia - per quanto riguarda i reati di corruzione, concussione ed abuso d'ufficio continua a presentare carattere di gravità».

Che il fenomeno corruzione abbia radici solide in Italia, rispetto ad altri Paesi Ue, emerge anche dalle rilevazioni di Transparency international, un organismo 'no' profit che studia il fenomeno a livello globale. Ebbene, nella più recente rilevazione di Transparency (febbraio di quest'anno) su 180 Paesi, l'Italia ha perso nuove posizioni nella graduatoria della corruzione nel settore pubblico: nel 2007 era al 41mo posto, nel 2008 al 55mo e nel 2009 al 63mo posto; in due anni il Belpaese è sprofondato di 22 posti. Con il suo 63mo posto sta peggio della Turchia, di Capo Verde, del Botswana.