19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Oggi 3 donne uccise

Italia prima in Ue per omicidi in casa

Ami: uno ogni 2 giorni e 2 ore. Una spaventosa escalation destinata ad aumentare in proporzione all`aumento di separazioni e divorzi

ROMA - Spetta all'Italia il triste record di essere prima nazione in Europa per omicidi in famiglia. Oggi tre nuovi episodi di questa tragedia spesso invisibile, uno in Sicilia e due in Piemonte: tre donne hanno perso la vita uccise dai compagni o da un congiunto. In Sicilia una guardia giurata 25enne di Gela al culmine di una violenta lite ha ucciso la moglie ed è fuggito con la figlia di due anni. Poche ore dopo l'omicidio, l'uomo è stato individuato e arrestato dalla polizia del paese in provincia di Agrigento.

Due i casi in Piemonte, entrambi a Torino: un uomo, separato dalla moglie, l'ha uccisa con 50 coltellate perchè riteneva che 'manovrasse' le figlie di 5 e 7 anni per non fargliele vedere. Il secondo caso è quello di un 65enne che ha ucciso la zia soffocandola con un cuscino e poi, dopo averla vegliata per tutta la notte, ha cercato di togliersi la vita tagliandosi le vene.

In Italia si consuma un omicidio in famiglia in media ogni 2 giorni, 2 ore, 20 minuti e 41 secondi: e troppo spesso sono le donne a pagare la violenza dei mariti, soprattutto in caso di divorzi o separazioni, o i bambini quella di madri cadute in depressione. Il movente è passionale nel 25,9% degli omicidi, seguono contrasti personali nel 21,8% dei casi, i disturbi psichici nel 16,15% dei casi, le liti per l'assegnazione della casa coniugale nel 15% dei casi, le ragioni economiche (assegni di mantenimento o restituzioni di somme) nell'8% dei casi. L'Ami, associazione matrimonialisti italiani, spiega che nel nostro paese l'omicidio 'tra le mura domestiche' ha sempre più spesso un movente legato a fattori economici e soprattutto all'assegnazione della casa coniugale, che oggi sta diventando il vero 'pomo della discordià, ancor di più di quello dell'affidamento e della gestione dei figli. Le nuove povertà prodotte dalla separazione e la lunghezza insopportabile dei processi sono altre ragioni che contribuiscono a determinare le stragi familiari.

Una spaventosa escalation destinata ad aumentare in proporzione all'aumento di separazioni e divorzi. I dati parlano chiaro: nel 30% dei casi le separazioni sono accompagnate da reati intrafamiliari, molti dei quali sfociano successivamente in gesti estremi. I maschi italiani, a differenza della stragrande maggioranza dei cittadini stranieri, vedono nella separazione una vergogna o un affronto, molte volte da lavare con il sangue. I reati intrafamiliari (maltrattamenti e abusi) nel 60% dei casi sono prescritti o quando vi è condanna viene inflitta al colpevole una pena del tutto simbolica. Tragedie che spesso avrebbero potuto essere evitate: nel 65% dei casi di omicidio o strage in famiglia, infatti, vi erano stati già pericolosi segnali di violenza o minacce, negligentemente sottovalutate da chi di dovere.