26 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Strage di Erba

Olindo alla supertestimone: dica che l'hanno plagiata

I Romano scrivono a Mediaset: «Lei sa che non siamo killer»

MILANO - «In quel periodo drammatico della sua vita, in buona fede, senza rendersene conto, contro la sua volontà, il maresciallo Gallorini le ha fatto dire ciò che lui voleva che lei dicesse, il mio nome, Olindo. Poi col tempo si capisce. Non è mai troppo tardi. Noi ci siamo rialzati. Lo faccia anche lei: solo così si può arrivare alla verità. Non quella che da tre anni alcuni vogliono far apparire come tale. Si è mai chiesto cosa c'è dietro tanti errori e indagini mal fatte?«

E' quanto si legge in un manoscritto inviato dal carcere da Olindo Romano e Rosa Bazzi a News Mediaset, in cui si rivolgono direttamente a Mario Frigerio, l'unico sopravvissuto alla strage di Erba e principale accusatore dei coniugi, condannati all'ergastolo per la mattanza dell'11 dicembre 2006, di cui è in corso a Milano il Processo d'Appello.
«Noi che da veggenti - ciarlatani e quant'altro - ci siamo tenuti sempre a debita distanza. Ci chiedevamo come facevano a raggirare, manipolare le persone. Sino quando poi è toccato a noi essere manipolati, usati da chi smaschera questi truffatori. Eppure non ha esitato a usare i loro stessi metodi, con noi e con lei Signor Frigerio» si legge nella lettera, in cui si sottolinea «Lei sa che non sono io il suo aggressore. Non sono io che ha visto quella sera».