24 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Il caso pedofilia

Bagnasco: contro il Papa accuse gratuite e infamanti

Intervista al Sole24Ore del Cardinale: «Un dovere perseguire i casi di sottovalutazione o copertura»

ROMA - Il papa è oggetto di «accuse gratuite e infamanti» sul tema della pedofilia, ma la «vigorosa opera di pulizia» da lui avviata «non può cancellare la sofferenza e il disincanto delle vittime» ed è necessario che «i casi acclarati di non governo e di sottovalutazione dei fatti, quando non addirittura di copertura» vengano «rigorosamente perseguiti dentro e fuori la Chiesa». Lo dice il cardinale Angelo Bagnasco in una intervista al Sole24Ore.

CRIMINE ODIOSO - «La pedofilia - spiega il presidente dei vescovi italiani - è un crimine odioso. Ed è pure un peccato scandalosamente grave che tradisce il patto inscritto nel rapporto educativo; perciò è sempre qualcosa di aberrante e, se commessa da una persona consacrata, acquista una gravità ancora maggiore».
Continua Bagnasco: «Benedetto XVI, al quale rinnovo l'affetto e la vicinanza dell'episcopato italiano e dell'intera Chiesa italiana per accuse tanto gratuite quanto infamanti di cui è fatto oggetto, ha intrapreso, non da oggi, una severa azione di autoesame che conduca la Chiesa a purificare se stessa da singoli membri che ne hanno dolorosamente offuscato l'immagine e la credibilità».
Il presidente della Cei, però, aggiunge: «Questa vigorosa opera di pulizia - che comprende ovviamente una leale e corretta cooperazione con la magistratura - non può cancellare la sofferenza e il disincanto delle vittime». Dunque, «verso ciascuna delle persone violate, verso le loro famiglie, provo vergogna e rimorso, specie in quei casi in cui non sono state ascoltate da chi avrebbe dovuto tempestivamente intervenire».