20 aprile 2024
Aggiornato 12:30
L'esito del vertice di Arcore

Prima intesa Berlusconi-Lega: l'Agricoltura a Galan

Federalismo, giustizia, forma di governo, fine del bicameralismo perfetto. Oggi alle 18 ufficio di presidenza del Pdl su «road map»

ROMA - Prima intesa sulle riforme: federalismo, giustizia, forma di governo, fine del bicameralismo perfetto. A una settimana dalle elezioni Regionali, il consueto caminetto ad Arcore tra Berlusconi e Bossi si è trasformato in qualcosa di più. Intanto il parterre, più ricco che mai. Insieme al Senatur, oltre al figlio Renzo, anche il ministro Calderoli, il sottosegretario Aldo Brancher, il governatore del Piemonte Cota. C'è anche il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, d'altra parte la riforma del fisco fa parte dell'agenda del premier per i prossimi tre anni. In più ci sono i coordinatori nazionali del Pdl.

Un occasione per fare il punto all'indomani di quelle elezioni che hanno visto il Carroccio conquistare due Regioni e rivendicare una 'cabina di regia' delle riforme. Ma anche per risolvere il nodo del ministero dell'Agricoltura, lasciato vacante da Luca Zaia. Alla fine la decisione è stata quella di rispettare il patto pre-elettorale siglato tra Berlusconi e Bossi e quindi di dare quel ministero al governatore uscente del Veneto, Giancarlo Galan.

Secondo quanto viene riferito, l'intesa raggiunta prevede che a Umberto Bossi e a Calderoli vada la delega per le riforme istituzionali (quasi pleonastico nel caso del senatur che delle Riforme è ministro). Berlusconi è infatti convinto di poter contare sulla lealtà della Lega che ha come obiettivo primario il federalismo, ma che è pronto a fornirgli una spalla forte per la riforma cui lui tiene di più: ossia quella della giustizia. Oltre, ovviamente, alla legge sulle intercettazioni, che sta per riprendere il suo cammino al Senato, e pure a quella che Berlusconi definisce una legge liberticida, ovvero quella sulla par condicio.

Quanto alla forma di governo, la Lega ha messo sul piatto anche la proposta di semi presidenzialismo alla francese, rilanciata in questi giorni dai suoi vertici. Berlusconi non sarebbe però entrato in «tecnicalità»: la sua priorità è che ci sia l'elezione diretta, sia essa del premier o del capo dello Stato.

Ma il Pdl vuole giocare il suo ruolo in questa partita. Gli 'esperti' stanno elaborando un testo di riforma istituzionale e oggi alle 18 è prevista una riunione dell'ufficio di presidenza del partito in cui si discuterà proprio della road map delle riforme da realizzare.