18 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Il caso

Pedofilia, il Vaticano fa quadrato intorno al Papa

Lombardi: «Falliti i tentativi di coinvolgere Benedetto XVI». Scicluna: «Rimuoveremo i termini della prescrizione»

ROMA - Il Vaticano fa quadrato e difende a spada tratta la posizione di Papa Benedetto XVI di fronte allo scandalo degli abusi sessuali compiuti da prelati cattolici, anche nella sua ex diocesi in Germania. «E' piuttosto evidente che negli ultimi giorni vi è chi ha cercato (con un certo accanimento, a Regensburg e a Monaco) elementi per coinvolgere personalmente il Santo Padre nelle questioni degli abusi». Ma «per ogni osservatore obiettivo è chiaro che questi sforzi sono falliti», ha affermato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ai microfoni della Radio Vaticana e dell'Associated Press.

GRAVI ERRORI - La diocesi di Monaco e Frisinga, di cui Joseph Ratzinger è stato arcivescovo dal 1977 al 1982, ha riconosciuto ieri sera di aver commesso dei «gravi errori» negli anni Ottanta autorizzando un prete sospettato in precedenza di abusi a riprendere le sue funzioni. La diocesi ha precisato che Ratzinger, futuro papa, non era stato informato di questa decisione.
Critiche sono state rivolte al pontefice anche per aver inviato nel 2001 (prima della sua elezione) una lettera ai vescovi nella quale si prescriveva che tutti i casi di abusi sessuali su minori dovessero essere comunicati alla Congregazione per la dottrina della fede (di cui Ratzinger è stato responsabile dal 1981 al 2005) e comunque mantenuti segreti.

Direttive, a detta di monsignor Charles J. Scicluna (una sorta di pubblico ministero della Congregazione per la Dottrina della Fede, l'ex Sant'Uffizio) «che non sono mai state intese come un divieto di segnalazione alle autorità civili». In un'intervista sul quotidiano della Cei, Avvenire, il prelato annuncia anche che il Vaticano si prepara a rimuovere i termini della prescrizione relativi agli abusi sessuali commessi dai sacerdoti.
Il Vaticano esclude dunque che vi sia mai stata una «politica del silenzio» sulla questione degli abusi sessuali, un riferimento esplicito all'accusa mossa da un ministro tedesco nei confronti della Chiesa cattolica.

NUOVE DENUNCE - Ma nonostante da Roma si tenti di circoscrivere la gravità della situazione, affiorano ogni giorno nuove denunce di sopraffazioni e violenze: un ex voce del Coro di Ratisbona ha rivelato a Der Spiegel di essere stato vittima nel 1992 di violenze sessuali e fisiche quando faceva parte dei Regensburger Domspatzen (i 'passeri' di Ratisbona), quando il coro era diretto dal fratello del papa. E dopo la Germania e l'Austria anche dalla Svizzera arrivano notizie di denunce, presentate agli appositi «sportelli» istituiti nelle diocesi elvetiche.