16 ottobre 2024
Aggiornato 02:30
Par condicio, il cda Rai ferma i talk show

Garimberti: lo stop danneggia azienda e utenti

«Segnale di sfiducia ai conduttori. Ho fatto tutto il possibile perché non si arrivasse a questo esito»

ROMA - La sospensione, per l'ultimo mese di campagna elettorale, dei talk show di approfondimento (Porta a porta, Annozero, L'ultima parola, Ballarò), «danneggia l'azienda e gli utenti». Questa, a quanto si apprende, la posizione del Presidente della Rai Paolo Garimberti che oggi, in Cda, ha votato un no «convinto» sulla decisione, presa dalla maggioranza, di sospendere la messa in onda delle trasmissioni di approfondimento informativo di prima e seconda serata durante il periodo elettorale.

Garimberti ha ricordato in Cda di aver fatto «tutto il possibile perché non si arrivasse a questo esito», compreso un ultimo estremo tentativo di avere dalla Vigilanza un'interpretazione formale utile all'applicazione del regolamento sulla «par condicio» meno dannosa per la Rai. Il Presidente Rai ha spiegato durante il Cda che «pur comprendendo le valutazioni del Dg» da «giornalista e come amministratore» è stato «molto tormentato da questa vicenda» di cui non condivide la conclusione. Per Garimberti ci sono «seri dubbi sulla costituzionalità di alcune parti del regolamento, come del resto ammesso chiaramente anche da un ex presidente della Corte Costituzionale e come paventato dallo stesso Presidente dell'Agcom», e anche «un concreto rischio di danno erariale» che potrebbe evidenziarsi in modo più definito dopo un'eventuale accoglimento da parte del Tar dei ricorsi delle emittenti private.

Garimberti, da «giornalista liberale», valuta «in modo assolutamente negativo» la decisione perché in questo modo «si danneggia gravemente l'immagine della Rai», «si colpiscono gli utenti cui viene negato un diritto che coincide con un dovere specifico del Servizio Pubblico: quella di fare informazione» e anche i conduttori: «si dà un segnale di sfiducia nei loro confronti presumendo che non siano capaci di gestire gli spazi loro affidati. Rifiuto l'idea che dei colleghi, dei giornalisti non siano in grado di comportarsi con giudizio ed equilibrio».