Di Pietro: la corruzione è Tangentopoli ingegnerizzata
Stop ai candidati condannati, rinviati a giudizio al Governo e appalti ai corruttori
ROMA - A giudizio di Antonio Di Pietro «nel nostro Paese la corruzione è diventata sistema» e «anzi, peggio si è trasformata in una Tangentopoli ingegnerizzata». Ed allora «c'è un solo modo per spezzare questo sistema: creare una norma che imponga a tutti i condannati di non essere candidati, a tutti i rinviati a giudizio di non poter svolgere incarichi di Governo e a tutti gli imprenditori che si sono macchiati di reati di corruzione contro la pubblica amministrazione di non poter concorrere alle gare pubbliche per appalti, forniture e opere nella pubblica amministrazione. Se venissero applicate queste tre regole - dice Di Pietro, commentando la denuncia della Corte dei Conti sull'aumento diffuso della corruzione- oggi avremmo un diverso Parlamento, un diverso Governo ed una diversa classe imprenditoriale, più sana e più competitiva».
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