Dal Governo una «sforbiciata» ai licei
Berlusconi: «passo per adeguare la scuola italiana a quella europea». Bersani: «taglio epocale, più lontani»
ROMA - Varo burrascoso per la riforma della scuola superiore varato dal Governo e duramente osteggiato dall'opposizione e da tutti i sindacati della scuola. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla riforma del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale le nuove regole diventeranno legge, e riscrivono, dopo quasi 90 anni le scuole superiori in Italia. Il ventaglio delle scelte, infatti, sarà più ampio dell'attuale e gli indirizzi saranno maggiormente «tarati» sulle esigenze del mondo del lavoro.
I licei diventano sei: ai tradizionali classico, scientifico, linguistico e artistico si aggiungono il musicale-coreutico e quello delle scienze umane. Per gli istituti tecnici l'obiettivo è la riduzione della frammentazione grazie al raggruppamento in due indirizzi: quello economico e quello tecnologico. Per gli istituti professionali la nuova meta da raggiungere è la certezza dell'inserimento nel mondo del lavoro al termine del percorso di studi. Una riforma che ha già sollevato una ridda di polemiche tra maggioranza, opposizione e sindacati.
E' molto importante l'attenzione data alla formazione dei nostri giovani - ha detto il premier Silvio Berlusconi commentando la riforma- che ancora oggi hanno dalla scuola di Stato qualcosa non in linea con i paesi europei più avanzati: con queste riforme che andranno in vigore dal prossimo anno scolastico credo che avremo delle scuole tranquillamente comparabili a quelle degli altri paesi europei».
Dall'opposizione e dai sindacati però, si sono levate dure critiche. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha bocciato la riforma parlando di «taglio epocale alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro Paese. Un taglio di risorse, di competenze e di tempo: questa è la sostanza del cosiddetto riordino». Secondo il segretario del Pd «vengono largamente penalizzati i saperi tecnico scientifici e tagliate le ore di laboratorio negli istituti professionali». Sono forti le perplessità espresse anche dai sindacati. Secondo il segretario della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo, «la modalità con la quale sarà attuata la riforma rende ancora più forte la nostra opposizione: resta ferma la riduzione oraria indiscriminata nelle classi successive alle prime, ma solo per i tecnici e i professionali. Non è previsto continua - nessun intervento significativo per rendere più unitario il biennio iniziale in cui assolvere l'obbligo di istruzione: si conferma, al contrario, un biennio dei licei a sole 27 ore; né si incrementano le ore di laboratorio del biennio iniziale di tecnici e professionali, come richiesto dal Parlamento».
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