Mediaset: ipotesi stralcio apre scenari inediti su processo
Non più un solo processo per tutti gli imputati, ma due filoni processuali, paralleli e nello stesso tempo indipendenti l'uno dall'altro
MILANO - Si profila uno 'sdoppiamento' dibattimentale all'orizzonte del processo Mediaset. Con scenari finora inediti per il destino del processo che vede tra gli altri suoi imputati il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri e il produttore cinematografico Frank Agrama. Non più un solo processo per tutti gli imputati, ma due filoni processuali, paralleli e nello stesso tempo indipendenti l'uno dall'altro: un binario 'esclusivo' per il premier e un secondo filone per tutti gli altri. Sempre che, ovviamente, la posizione processuale di Berlusconi non venga stralciata rispetto a quella dei suoi attuali coimputati. Perché per il momento questa resta un'ipotesi.
Un'eventualità prospettata tra le righe dal presidente dei giudici che celebrano il dibattimento, Edoardo D'Avossa, al termine dell'udienza di oggi. L'intenzione del magistrato milanese è scongiurare il rischio di un cammino a singhiozzo per il processo ripreso dopo la bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale. Da allora, è stato un percorso piuttosto tortuoso: c'è stato solo il tempo per affrontare una serie di questioni tecnico procedurali, perché la lunga serie di legittimi impedimenti presentati in aula dalla difesa di Berlusconi ha provocato continui slittamenti. Ultimo quello di questa mattina, con i giudici che si sono visti costretti dalla nuova richiesta di rinvio presentata dagli avvocati Ghedini e Longo all'udienza già in agenda per lunedì prossimo (il legittimo impedimento è questa volta il viaggio di Stato di Berlusconi in Israele) a ridefinire tutto il calendario. Facendo slittare, inevitabilmente, il processo di un mese: la prossima udienza non si terrà più lunedì prossimo, come previsto fino a questa mattina; per tornare in aula bisognerà aspettare il primo marzo. Sono soprattutto ragioni di economia processuale a suggerire l'ipotesi dello stralcio. Così com'e' nella sua versione attuale, il processo Mediaset è a rischio. Per tutti gli imputati. Celebrare un processo 'a parte' per Berlusconi, invece, consentirebbe di arrivare a un giudizio in tempi 'normali' almeno per gli altri imputati. Proprio così come richiede l'obbligo di esercizio dell'azione penale, principio sancito dalla Costituzione.
E del resto, non sarebbe questa la prima volta per Berlusconi, già 'stralciato' dagli altri coimputati in diversi processi a suo carico. Lo dimostra il recentissimo caso Mills, già giudicato colpevole di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza in primo grado e in Appello. Mentre per lui è in arrivo il verdetto della Cassazione (sentenza prevista il prossimo 25 febbraio, ndr), lo stesso processo a carico di Berlusconi, coimputato dell'avvocato britannico prima che la sua posizione fosse stralciata in concomitanza con l'approvazione del Lodo Alfano, è ancora arenato davanti ai giudici del primo grado. E anche nel processo Sme la posizione di Berlusconi venne stralciata dal giudice Maria Luisa Ponti per accelerare il procedimento nei confronti degli altri imputati. C'e', però, anche un'altra faccia della medaglia: stralciando la posizione di Berlusconi, il collegio presieduto da Edoardo D'Avossa si renderebbe automaticamente incompatibile a giudicarlo. E di conseguenza il processo per il premier dovrebbe ripartire davanti a un altro collegio. Il che potrebbe comportare anche l'azzeramento delle prove finora acquisite a dibattimento.
Vorrebbe dire in sostanza far ripartire il processo praticamente da zero. L'orientamento dei giudici è comunque a favore dello stralcio. Una scelta praticamente obbligata per loro, messi con le spalle al muro dalle mosse della difesa Berlusconi.
Sibillino, a questo proposito, il presidente D'Avossa: «Se dovesse continuare il legittimo impedimento - ha detto in aula - saremo costretti a separare il processo a carico di Berlusconi». L'ipotesi però non piace affatto ai difensori del premier: «Uno stralcio - ha osservato l'avvocato Longo - crea problemi enormi quando un reato è contestato in concorso con altri. Il codice lo prevede, ma è una cosa molto complicata». Il legale è però convinto che sulla questione non ci saranno problemi: «Sono certo che troveremo un accomodamento».
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