Giustizia, consulto da Berlusconi
No a dl-Consulta, adesso legittimo impedimento e processo breve
ROMA - Il no dei giudici di Milano alla sospensione del processo Mediaset a carico di Silvio Berlusconi, in attesa di decidere sul ricorso al rito abbreviato, spinge la maggioranza ad andare avanti con maggiore decisione su processo breve e legittimo impedimento, ovvero sui provvedimenti già all'esame del Parlamento. Confermando anche la decisione di non ricorrere, almeno per ora, ad un provvedimento ad hoc che colmi il vuoto legislativo creato dalla sentenza 333 della Consulta.
Nel pomeriggio il premier Silvio Berlusconi ha incontrato, ad Arcore, il ministro della Giustizia Angelino Alfano e il suo legale-deputato Niccolò Ghedini. Con loro avrebbe concordato la strategia. Già a vertice in corso fonti del ministero della Giustizia avevano assicurato che nella riunione ad Arcore non si sarebbe affrontato il tema di un dl blocca-processi, già messo nel cassetto la scorsa settimana. Semmai, dopo aver incassato l'ok su processo breve e legittimo impedimento - sarebbe stato il ragionamento - si potrebbe mettere in campo una riforma costituzionale più ampia, a cominciare da quella che riguarda il Csm.
Il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, da parte sua, ha escluso anche che governo e maggioranza lavorino ad un emendamento per recepire la sentenza della Consulta da inserire al dl riempi-procure o ai ddl su processo breve e legittimo impedimento. Più possibilista il presidente della commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli: «Il governo - ha detto - ha tutti i modi per intervenire, sia con la legislazione normale che con quella d'urgenza».
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