19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Domani l'esame

La riforma delle superiori in commissione Cultura

L'ok previsto per mercoledì. Poi per i tre regolamenti Cdm e iter finale

ROMA - La riforma delle scuole superiori si appresta a vivere una settimana che potrebbe rivelarsi decisiva per il suo destino: da domani i tre schemi di regolamento, sui cui nei giorni scorsi si sono espressi i magistrati del Consiglio di Stato emanando un sostanziale via libera pur mantenendo qualche riserva, verranno esaminati dalla VII commissione Cultura, scienza e istruzione. Se, come probabile, le commissioni parlamentari emaneranno il loro parere già da mercoledì, è possibile che il testo di riforma (comprendenti i tre regolamenti dei nuovi istituti liceali, tecnici e professionali) possa essere approvato definitivamente dal governo già in occasione nel prossimo Consiglio dei ministri.

Da quel momento in poi il ministero dell'Istruzione, che ha posticipato le iscrizioni alle superiori al 26 marzo (per gli altri cicli è confermata la scadenza del 27 febbraio), potrà avviare la campagna informativa sulle novità che caratterizzeranno nuove materie, quadri orari e organizzazione didattica. Novità che riguardano, è bene sottolineare, almeno 600mila studenti: quelli attualmente iscritti alla terza media ed il 20% circa dei bocciati al primo superiore. Se poi la riforma dovesse essere adottata anche al secondo anno, come vorrebbe il Mef per rispettare il piano di razionalizzazione fissato con la finanziaria dello scorso anno, il numero di allievi coinvolto sarebbe superiore al milione.

In contemporanea alla sua divulgazione, l'iter di approvazione che porterà i regolamenti in gazzetta ufficiale prevede la firma sui tre regolamenti da parte del Capo dello Stato e il visto della Corte dei Conti. Perché tutto ciò avvenga nei tempi prestabiliti è però fondamentale che le commissioni parlamentari approvino il testo il prima possibile.

E' probabile che Aprea abbia già provveduto a modificare alcune parti della riforma andando soprattutto incontro ai rilievi mossi dal Consiglio di Stato (come quello su dipartimenti e comitati scientifici in contrasto con l'autonomia dei singoli istituti).