4 ottobre 2025
Aggiornato 09:00
Il voto mercoledì

Il «processo breve» torna in Aula al Senato

La proposta: massimo 6 anni per un processo con pena sotto i 10 anni

ROMA - Torna domani nell'Aula del Senato il ddl sul processo breve. Il voto finale, in diretta televisiva, è previsto mercoledì alle 13. L'ultima versione del ddl, dopo il maxi-emendamento presentato la scorsa settimana dal relatore Giuseppe Valentino prevede che la nuova norma si applichi a tutti i reati ma con diverse scansioni temporali, fino a un massimo di 6,5 anni per il primo grado per processi di mafia e terrorismo particolarmente complessi e con un elevato numero di imputati. Inoltre, vengono eliminate le esclusioni oggettive e soggettive dalla norma, e tutti i processi per reati commessi prima del 2 maggio 2006 e puniti con pena pecuniaria o fino ai 10 anni di reclusione che non siano arrivati a conclusione del primo grado verranno di fatto chiusi senza sentenza.

DURATA DEI PROCESSI - La nuova legge, che si applica a tutte le tipologie di imputato, stabilisce che, per «violazione della durata ragionevole del processo», il procedimento per i reati sotto i 10 anni, dal momento in cui il pm «esercita l'azione penale», si estingue dopo 3 anni per il primo grado, 2 anni per il secondo e un anno e 6 mesi per la Cassazione (non più, dunque, 2+2+2 ma 3+2+1). In caso di annullamento della Cassazione con rinvio al Tribunale o in appello si prevede un anno per ogni grado di giudizio.

TEMPI PIU' LUNGHI PER PROCESSI COMPLESSI - Per i processi per reati con pena edittale pari o superiore ai 10 anni, la norma prevede un tempo di 4 anni per il primo grado, 2 per l'appello e 1 per la Cassazione. Per quanto riguarda i processi per reati di terrorismo e mafia, infine, i termini di durata salgono a 5 anni per il primo grado, 3 per il secondo e 2 anni per la Cassazione, con facoltà del giudice di prorogare questi termini fino a un terzo in più nel caso si tratti di procedimenti molto complessi e con elevato numero di imputati.

SI ESTINGUONO I PROCESSI 'VECCHI' - La norma transitoria di applicazione del ddl stabilisce che il limite temporale di durata interviene per tutti quei processi in corso alla data di entrata in vigore della legge relativa ai reati commessi fino al 2 maggio 2006 (quelli cioè coperti dall'indulto) puniti con pena pecuniara o detentiva inferiore ai 10 anni. In questo caso, il giudice applica la norma e pronuncia il non doversi procedere per estinzione del processo se sono decorsi 2 anni da quando il pm ha avviato l'azione penale e se non è stato definito ancora il primo grado di giudizio. Con questa norma, quindi, lo stralcio del processo Mills che vede imputato Silvio Berlusconi verrebbe immediatamente chiuso.