19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Operazione della Guardia di Finanza

Cuneo, smantellata banda di trafficanti di droga

La rete era legata alla camorra. 21 arresti e 31 denunce in Piemonte, Lombardia, Liguria e Campania

CUNEO - Era legata alla camorra la rete di trafficanti di cocaina sgominata dalla guardia di finanza di Cuneo su coordinamento della Dda di Torino nell'operazione denominata «Camelot», che ha portato alla denuncia di 58 persone di cui 21 sono state tratte in arresto. L'operazione ha visto impegnati 250 militari che hanno svolto 63 perquisizioni in Piemonte, Lombardia, Liguria e Campania, sequestrando un totale di oltre 1,6 chilogrammi di coca.

La banda, a cui è stato accertato un patrimonio di oltre tre milioni di euro, importava dalla Colombia la cocaina a un grado di purezza sopra l'85%. Secondo gli investigatori il personaggio chiave del traffico era il napoletano Arturo «Re Artù» Neri, un disoccupato residente a Savigliano (Cuneo), in contatto con Antonio Musto, un pluripregiudicato residente nelle «Vele» di Scampia a Napoli e ritenuto legato alla camorra. Prima di arrivare a fare degli ordini direttamente in Colombia, Neri (con la complicità della moglie) ordinava la cocaina utilizzando un linguaggio in codice che si rifaceva alla «smorfia», alla madre Anna Maria Esposito, residente nella zona di Pianura a Napoli, la quale a sua volta girava l'ordine a Musto. La sostanza arrivava a Savigliano all'interno di confezioni di zucchero o di farina tramite corriere postale.

L'indagine è scattata dai controlli su alcuni spacciatori tra cui Neri e un pusher domiciliato a Fossano, poi arrestato perché trovato in possesso di 540 grammi di cocaina. Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche è emerso così che a Savigliano operava una rete organizzata di spacciatori, in gran parte legati da vincoli di parentela e con compiti ben precisi.

I pagamenti della droga venivano effettuati presso sportelli postali, per lo più di Savigliano, con il servizio on line denominato «vaglia veloce», che consentiva l'immediato incasso delle somme, il cui ammontare non superava mai i 2.500 euro a spedizione, per evitare le segnalazioni antiriciclaggio. Le indagini hanno permesso di identificare ben 16 persone (di cui 4 già denunciate in passato per associazione mafiosa) che ricevevano il denaro a Napoli per conto di Musto, il quale nel 2008 si è visto recapitare 500mila euro. Per non farsi intercettare, i principali indagati utilizzavano utenze cellulari intestate a cittadini extracomunitari.

Nell'indagine è emerso anche che uno degli spacciatori residente a Brescia acquistava partite di cocaina liquida in Colombia che giungevano a Savigliano, proseguivano per Brescia dove venivano trasformate in polvere e poi tornavano, in parte, a Savigliano e, in parte, venivano spacciate nella cittadina lombarda. La Finanza ha infine segnalato agli Istituti di gestione delle case popolari la posizione di diversi indagati, ufficialmente indigenti, «affinché venga valutata la revoca dei benefici del gratuito patrocinio e della disponibilità di alloggi dei quali godevano».