Casini: lo dico fraternamente l'odio genera odio
Anche il leader UdC si unisce agli appelli per abbassare i toni e per svelenire lo scenario politico
ROMA - Anche Pier Ferdinando Casini si unisce agli appelli per abbassare i toni e per svelenire lo scenario politico, ma non accetta di attribuire la «fonte dell'odio» ad una sola parte. Alla maggioranza - e personalmente a Berlusconi - Casini ricorda con tutta franchezza come proprio dalla maggioranza e dal governo siano venute parole ed atti che hanno alimentato durissime contrapposizioni. Casini ne ha parlato intervenendo all'assemblea nazionale dei dirigenti regionali del partito. Affrontando proprio la questione della contrapposizione «da nemici» degli schieramenti politici e del tasso di «odio» come è stato detto dopo l'aggressione al presidente del Consiglio.
Casini ha affermato: «Lo voglio dire con fraternità a Berlusconi: odio genera odio. Dal male può nascere consapevolezza, ma quando si costruisce sul male si genera altro male. Stiamo istillando veleno nella società. Non si può pensare che amplificando le tensioni e lacerando il Paese si costruisca il bene. C'e' troppo veleno». «Chi guida il Paese -ha aggiunto - non può amplificare le tensioni, non può essere grancassa delle paure». E Casini a riprova di quanto ha affermato ha voluto ricordare una serie di vicende che hanno alimentato veleni e odio: «le ronde, i medici spia, white Christmas, la caccia all'extracomunitario, gli insulti al cardinale Tettamanzi, i 100 mila fucili padani di Bossi», insomma ha sottolineato Casini, «tutto questo fa parte di un armamentario che genera odio, che da alibi a chi vuole produrre odio».
Augurandosi una svolta, un ravvedimento da parte di tutti, Casini ha poi affrontato il problema della giustizia e dei processi che vedono coinvolto Berlusconi. In proposito oltre a confermare la disponibilità dell'Udc ad un provvedimento legislativo sul «legittimo impedimento» Casini ha accettato la logica del «compromesso» evocata da D'Alema come passaggio obbligato per ridare normalità al nostro Paese.
Però, ha puntualizzato, «se Berlusconi vuole contare su una parte dei voti dell'opposizione sul legittimo impedimento, bisogna spazzare via dal tavolo quelle norme vergognose che riguardano il processo breve». E soprattutto deve essere chiaro, ha sottolineato Casini, che «il problema giudiziario di Berlusconi non può essere derubricato a suo problema privato» come deve essere chiaro che «il parlamento non è la sede per il confronto tra i magistrati e gli avvocati di Berlusconi».
Sulla necessità di un «compromesso» evocato da D'Alema e sulla possibilità di un accordo sulle riforme Casini ha affermato che «ha ragione D'Alema quando dice che ci vuole qualche compromesso in politica. Dico di sì: qualche volta ci vuole il compromesso».
Sulle riforme, in particolare su una bicamerale o una commissione costituente (prospettata ieri dal segretario del partito Lorenzo Cesa) Casini ha detto: «Non impicchiamoci sulla formula. Noi vogliamo una sede legittimata dal Parlamento: non una conventicola o un cenacolo privato, (una sede) nella quale ciascuno si assuma le proprie responsabilità».
Se poi la razionalità e il compromesso non dovessero prevalere e Berlusconi fosse tentato di portare il Paese all'orlo delle elezioni anticipate, «allora -ha detto Casini- avrà le risposte inedite che si merita». Quanto poi a quella «alleanza per la democrazia» che aveva proposto in una recente intervista, Casini ha spiegato che «quell'intervista era destinata a Berlusconi e, prima dell'incidente, lui l'ha capita benissimo: se pensa di trascinare questo Paese sulla strada dell'avventura e delle elezioni anticipate, in un attacco dissennato al presidente della Repubblica, alla Consulta, avrà le risposte inedite che si merita».
Infine sui tanti interrogativi sulla collocazione dell'Udc alle prossime elezioni regionali, Casini si è limitato a dire: «Andiamo da soli dove riteniamo opportuno e ci alleiamo dove riteniamo che ci siano reali condizioni per farlo». In particolare per il Lazio, Casini ha rinviato a gennaio, a cavallo dell'Epifania.