20 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Emergenza rifiuti in Sicilia

A Palermo denunciati 743 dipendenti dell'Amia

Per interruzione di pubblico servizio dal 30 ottobre al 6 novembre

PALERMO - Questa mattina gli agenti della Digos della Questura di Palermo hanno denunciato in stato di libertà 743 dipendenti dell'Amia Essemme resisi responsabili di interruzione di servizio pubblico o di pubblica necessità in concorso.

I FATTI - La sera del 2 novembre scorso presso il deposito di Via Ingham si sono presentati circa cento manifestanti in maniera non preavvisata, che di fatto hanno impedito l'uscita dei mezzi fino a quando l'intervento della Polizia non ha consentito la ripresa regolare del servizio. Per questo episodio all'autorità giudiziaria sono stati denunciati per i reati di interruzione di pubblico servizio, minaccia aggravata e promozione e partecipazione a manifestazione non preavvisata 24 dipendenti Amia Essemme ed un sindacalista, in concorso.

Altri due dipendenti sono stati denunciati all'autorità giudiziaria per interruzione di pubblico servizio, per essersi rifiutati, già all'inizio del turno, di prendere servizio a causa della manifestazione che si svolgeva all'esterno. Gli agenti della Digos, proseguendo nell'attività di indagine hanno scoperto che i lavoratori addetti allo spazzamento manuale, allo svuotamento dei cestini ed alla pulizia delle caditoie da circa otto giorni non uscivano dai vari depositi per svolgere il loro regolare servizio, dichiarandosi in stato di agitazione nonostante alcuna sigla sindacale avesse proclamato sciopero o stato di agitazione.

RESPONSABILITÀ PENALI - L'attività di indagine ha evidenziato che i dipendenti della società Amia Essemme dal 30 ottobre 2009 al 6 novembre 2009, pur timbrando i badge in entrata ed in uscita non hanno effettuato alcuna attività lavorativa. La Polizia quindi ha acquisito i fogli firma dei singoli operatori, distinti per singola sede ed i dati del server aziendale relativi ai passaggi dei badge in modo da poter rilevare l'astensione effettiva dal servizio. I dipendenti ascoltati presso gli uffici della Digos hanno giustificato il loro operato asserendo dei ritardi nei pagamenti degli stipendi mensili. Poiché dalle indagini sono però emerse nette responsabilità penali da parte dei dipendenti, i 743 operai della Amia Essemme sono stati deferiti all'autorità giudiziaria per interruzione di servizio pubblico o di pubblica necessità.