27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Salute. Nuova influenza

Virus A, aumentano presenze nei Pronto Soccorso

Aiuti: «Utilizzare medici famiglia». Nessuna certezza su morte 11enne a Napoli

ROMA - Da mercoledì scorso a Roma, ma la Capitale è allineata a quanto sta accadendo un po' in tutta Italia, sono aumentate le presenze nei Pronto Soccorso: in alcuni casi, spiega ad Apcom Fernando Aiuti, presidente della Commissione Politiche Sanitarie e Commissione Influenza del Comune di Roma, c'è stato un vero e proprio «ingolfamento» anche se «nove pazienti su dieci sono stati rimandati a casa perchè non c'era necessità di ricovero».

CONSIGLI - Si tratta, spiega Aiuti, di «una vecchia abitudine italiana, per la quale abitualmente si corre in ospedale al minimo sintomo. Quando il medico di famiglia non c'è o se non va a fare la visita a casa, le persone vanno in ospedale». Aiuti sottolinea che quasi sempre si tratta «di persone, soprattutto genitori, preoccupati senza motivo»: il consiglio è quello di recarsi in ospedale solo se si ha una febbre a 39-40 che non scende e persiste oltre i 4 giorni, se si riscontra un affanno immotivato, se si hanno convulsioni o perdita di sangue dal naso.

MEDICO DI FAMIGLIA - Secondo Aiuti deve essere la Regione Lazio a «sensibilizzare le persone a chiamare i medici di famiglia e, il sabato e la domenica, a rivolgersi alla Guardia medica», anche perchè il picco influenzale, sia di A/H1N1 sia di stagionale, non è ancora arrivato. «Tra dicembre e marzo - ricorda Aiuti - i Pronto Soccorso sono intasati abitualmente, lo sono stati anche lo scorso anno. Per questo in Lazio gli ospedali non possono e non devono chiudere», visto che la previsione massima è quella di un 10% della popolazione contagiata durante il picco pandemico influenzale.

VACCINAZIONI - Ancora, in Lazio non sono iniziate ancora le vaccinazioni per le fasce considerate a rischio, ma solo quelle per i sanitari: «Visto che a quanto pare solo il 20% degli operatori sanitari, tra medici e infermieri, intende vaccinarsi, ci sarebbe l'80% delle dosi inviate a questo scopo dal Ministero del Welfare - propone Aiuti - disponibili per iniziare subito la vaccinazione delle categorie a rischio».

IL CASO DI NAPOLI - Intanto «ancora non sappiamo» se la morte della bambina 11enne di Pompei, l'altro ieri all'ospedale Santobono di Napoli, sia stata causata direttamente dalla «nuova influenza» A/H1N1: «Sappiamo che ha avuto complicazioni cardiache molto serie e veloci nella progressione e che nell'esame per il virus A/H1N1 è poi risultata positiva». Lo ha detto Enrico De Campora, direttore sanitario dell'ospedale Santobono di Napoli, intervistato da Sky Tg24.