28 marzo 2024
Aggiornato 19:30

Nuova influenza, paura a Napoli dopo morte undicenne

Dodici casi ogni mille abitanti, ma per esperti il record della Campania è solo un caso

NAPOLI - In Campania c'è paura per la nuova influenza perchè nell'ultima settimana ci sono stati dodici casi di infezione ogni mille abitanti, il triplo rispetto ad altre regioni come il Lazio. Ma Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano, sostiene che questo picco di Napoli «non ha una vera motivazione se non il caso».

LA VICENDA - Una bambina di 11 anni di Pompei è morta venerdì pomeriggio all'ospedale Santobono di Napoli per la «nuova influenza». In Italia è il primo decesso di un bambino per il virus A/H1N1. La piccola è morta circa 40 minuti dopo essere arrivata al Santobono, trasportata d'urgenza dall'ospedale Scafati, dove era stata portata la notte tra mercoledì e giovedì per una sindrome cardiorespiratoria acuta. Ora - spiega il direttore sanitario del Santobono, Enrico De Campora - gli anatomo-patologi dell'università Federico II, dove è stata trasportata la salma della piccola vittima, eseguiranno un riscontro diagnostico mirato per accertare le cause della morte.

I PEDIATRI - «La fascia di età tra i 5-14 anni non è tra quelle più a rischio, semmai e tra le più colpite perchè registra il maggior numero dei casi» ha sottolineato Alberto G. Ugazio, direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica dell'ospedale Bambino Gesù di Roma. Secondo il pediatra, «è importante sapere se la bambina deceduta a Napoli apparteneva a un gruppo a rischio, cioè se soffriva di una patologia cronica o se era sana. In quest'ultimo caso - ha sottolineato Ugazio - è possibile che il motivo per cui è deceduta sia stata una forma di polmonite virale che colpisce soggetti particolarmente sensibili». Per quanto riguarda la mortalità, «dai dati raccolti dalle ondate di pandemia che si sono avute nella parte sud del mondo - ha spiegato il pediatra - la mortalità anche nella fascia di età più giovane è comunque bassa».

IL MINISTERO - La nuova influenza è di gran lunga meno aggressiva di quella stagionale. A sottolinearlo è stato il viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, spiegando che, a fronte di 400mila casi di contagio, si contano finora 11 morti mentre l'anno scorso la stagionale ha provocato 8mila morti su 4 milioni di contagi: cioè meno di 0,03 morti ogni mille contagi contro 2. Insomma la stagionale uccide cento volte più della nuova influenza.

Ciononostante, il ministero del Welfare mantiene alta l'allerta sul tema. L'obiettivo è quello di fermare la sua diffusione prima che possa mutare in una forma più pericolosa. Finora l'Italia è tra i paesi più colpiti. Nel bel paese si contano, dati aggiornati alla 43esima settimana dall'inizio dell'epidemia, 388 casi ogni 100mila abitanti, sostanzialmente pari alla Spagna (380) e meno del Belgio (420), ma ben più della Francia (216). «Ma la pandemia è una cosa capricciosa - ha spiegato Fazio - e non è detto che i prossimi dati non siano diversi, si possono fare stime e valutazioni, ma sono difficili le previsioni».

In ogni caso, per ora, non c'è necessità di chiudere le scuole. Alcune, ha spiegato Fazio, hanno preferito sospendere l'attività didattica di alcune classi, ma finora nessun istituto è stato chiuso. La decisione, comunque, ha sottolineato, spetta alle Regioni e alle autorità scolastiche.