5 maggio 2024
Aggiornato 00:30
Riforma della scuola

Le regioni divise complicano i piani al ministro Gelmini

Sì a «sezioni primavera», molti no a superiori e nuovi plessi

ROMA - Non è un compito agevole quello che si sta «consumando» in queste ore sul fronte scolastico dalla Conferenza unificata: dal precedente confronto tra le regioni, svolto sempre oggi, i governatori hanno trovato l'accordo solo sulle «sezioni primavera», gli anticipi a due anni mezzo della scuola d'infanzia che andrà incontro con esito immediato ad oltre 20.000 famiglie che ne avevano fatto richiesta; niente da fare invece per la riforma delle superiori, come per il dimensionamento degli istituti.

Tutte le regioni del centro-sinistra, capitanate dalla Toscana, si sono espresse negativamente per un'adozione immediata del nuovo impianti delle scuole superiori: solo sui regolamenti istituti tecnici i margini di accettazione non sono sembrati non insormontabili. A destare maggiori contrarietà è stata la riforma dei licei. Ma anche quella dei professionali: soprattutto perché quest'ultima è legata all'attuazione del titolo V della Costituzione, la cui spendibilità pratica non è ancora del tutto definita.

La volontà, in maggioranza, è quella di un rinvio al 2011. Ed anche per quanto riguarda il dimensionamento della rete scolastica, la maggior parte delle regioni si sono dette favorevoli ad uno slittamento e all'apertura di una tavolo tecnico-politico da attuare direttamente con il ministro dell'Istruzione.

E' quindi improbabile, alla luce di queste divergenze, che dalla Conferenza unificata, in corso in questo momento, possa giungere l'accordo che proprio il ministro Mariastella Gelmini auspicava per rendere attuabile già dal prossimo anno scolastico la riforma delle superiori e gli accorpamenti degli istituti più piccoli a quelli maggiori.