19 aprile 2024
Aggiornato 11:00
«Iniziativa» del Segretario del Partito Democratico

Franceschini difende Mesiano: «Tutti con calze turchesi»

Berlusconi va avanti con riforma, il leader Pd: «No a vendette». Un clima di scontro che viene stigmatizzato dal cardinale Angelo Bagnasco

ROMA - Tutti con i calzini turchesi, come il giudice Raimondo Mesiano, autore della sentenza che condanna Mediaset a pagare 750 milioni alla Cir. E' l'iniziativa di Dario Franceschini, che esprime così la solidarietà al magistrato ripreso in un servizio di Canale 5 mentre passeggia a Milano, fuma qualche sigaretta, va dal barbiere e infine si siede su una panchina. Tutte azioni che la giornalista autrice del servizio definisce «stranezze», compreso il fatto che il giudice indossi dei calzini turchesi.

«Calze azzurre per tutti» - Il segretario del Pd arriva a Chieti per un incontro con la base sfoggiando un paio di calze azzurre: «Inquadratele», dice alla troupe del Tg5. E con un messaggio su Twitter invita: «Mettetevele tutti. Come il giudice Mesiano, colpevole solo di fare il giudice». Del resto anche il ministro leghista Roberto Calderoli, critica il servizio su Mesiano: «E' stato una sonora fesseria», ha detto, aggiungendo però che «questo vale anche per tutti quegli scatti fotografici e le riprese che riguardano la vita privata di chiunque».

Riforma della Giustizia - Il caso Mesiano si inserisce però nel più ampio quadro della riforma della giustizia annunciata da governo e maggioranza, con l'Anm che è in stato di agitazione e pensa allo sciopero: «I magistrati sono costantemente intimiditi. Dobbiamo dire no a riforme 'vendetta'», dice Franceschini. Dura l'Idv che denuncia con Donadi «il progetto sostanzialmente eversivo di questo dittatoruncolo da operetta che è ormai il premier».

Prova a invitare al dialogo Calderoli: «Io inizierei comunque con un confronto con l'Anm e quelli dell'opposizione, vedendo se c'è la possibilità di arrivare a un testo condiviso». Resta però l'intenzione del Pdl, ribadita anche sabato in un vertice tra Silvio Berlusconi e i coordinatori del partito: andiamo avanti, senza accettare veti.

Un clima di scontro che viene stigmatizzato dal cardinale Angelo Bagnasco: la «lotta di tutti contro tutti» e il «clima di scontro sistematico alimentato ad arte» impediscono di vedere i problemi reali e fanno male a un paese che ha bisogno di «coesione nazionale», perché «nessuno che abbia un minimo di buon senso può pensare di avvantaggiarsi dei disastri altrui».