25 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Scuola e Religione

Rete studenti: pazzesche dichiarazioni Gelmini su burqa

Per il coordinatore De Zolt «di gusto fondamentalista. No voto religione: residuo medioevale»

ROMA - Ancora una volta gli studenti contro la Gelmini. «Alla giornata dei genitori il ministro Gelmini si è lasciata andare ancora una volta a dichiarazioni pazzesche di gusto fondamentalista, che farebbero scandalo se pronunciate da un leader religioso islamico, ma che vengono invece tollerate da un ministro della pubblica istruzione»: così Luca De Zolt, coordinatore della Rete degli studenti, replica alle parole del responsabile del dicastero dell'Istruzione pronunciate oggi al Miur in occasione della VIII Giornata europea dei genitori e della scuola.

«Nel nostro Paese - aveva questa mattina il ministro Gelmini - è obbligatoria l'identificabilità di tutti i soggetti quindi credo che questo principio vada applicata: è chiaro che bisogna essere riconoscibili in tutti i luoghi pubblici compresi la scuola».

Immediata la risposta della Rete degli studenti, il sindacato studentesco che sabato scenderà in piazza per difendere l'interculturalità: «sul burqa la Gelmini usa toni che speravamo fossero limitati al folklore della Santanché, e che sottolineano l'approccio razzista del ministro».

Secondo la Rete degli studenti quello del burqa è un falso problema: «invece di cavalcare gli slogan leghisti - continua il rappresentante studentesco - la Gelmini dovrebbe preoccuparsi di attuare vere politiche di integrazione: nelle scuole non ci sono mediatori culturali, non ci sono fondi e insegnanti per l'insegnamento dell'italiano, né per il mantenimento della lingua madre».

Secondo De Zolt «è uno scandalo che si parli di quote come metodo risolutivo contro le classi ghetto quando non si fa nulla per favorire l'integrazione degli studenti migranti, ed è inaccettabile che si usino i toni della chiusura culturale e identitaria per affrontare un tema sul quale si gioca la sostenibilità dello sviluppo del nostro Paese. Ma dal governo dei respingimenti disumani e della negazione del diritto di cura ai neonati non possiamo che aspettarci che razzismo e xenofobia».

Il leader della Rete ha anche detto di essere contrario alla parificazione del voto di religione con gli altri voti, auspicata sempre dal ministro Gelmini: «diverse sentenze del Tar hanno già bocciato questo provvedimento perché discriminatorio. Di recente (dopo la bocciatura del lodo Alfano) abbiamo saputo che la Gelmini è per l'abolizione della Consulta costituzionale, dopo che lei stessa ha introdotto l'ora di Cittadinanza e Costituzione, ma non facciamo caso alle contraddizioni quotidiane a cui il ministro ci ha abituato».

Per la Rete degli studenti l'insegnamento della religione non può assolutamente essere considerato alla pari delle altre materie: «l'ora di religione è un residuo medioevale i cui corrispondenti si trovano solo nei regimi teocratici - ha sottolineato De Zolt - e non è accettabile in nessun modo la sua parificazione con le altre materie, anzi va risolto il trattamento già oggi discriminatorio riservato a chi non si avvale dell'Irc e vanno potenziate - conclude - le ore alternative, molto spesso inesistenti».