28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Quirinale: «Con ministeri consultazioni, mai patti»

Lodo Alfano, Cesa: «Confermata condotta limpida e impeccabile di Napolitano»

«Siamo stufi questa campagna di veleni e illazioni che non risparmia nemmeno il nostro presidente della Repubblica»

ROMA - La presidenza della Repubblica interviene con una nota per precisare che «è del tutto falsa l'affermazione che al Quirinale si siano 'stipulati patti' su leggi la cui iniziativa, com'è noto, spetta al Governo, e tantomeno sul superamento del vaglio di costituzionalità affidato alla Consulta».

«Una volta rilevata, da parte del Presidente della Repubblica, la palese incostituzionalità dell'emendamento 'blocca processi' inserito in Senato nella legge di conversione del decreto 23 maggio 2008, il Consiglio dei Ministri - si legge nel comunicato - ritenne di adottare il disegno di legge Alfano in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato. Il Presidente della Repubblica ne autorizzò la presentazione al Parlamento, e successivamente, dopo l'approvazione da parte delle Camere, promulgò la legge. Tale promulgazione, comunque motivata, non poteva in nessun modo costituire 'garanzia' di giudizio favorevole della Corte in caso di ricorso».

Dal Quirinale si sottolinea che «il rispetto dell'indipendenza della Corte Costituzionale e dei suoi giudici, doveroso per tutti, ha rappresentato una costante linea di condotta per qualsiasi Presidente della Repubblica. La collaborazione tra gli uffici della Presidenza e dei Ministeri competenti - è la conclusione - è parte di una prassi da lungo tempo consolidata di semplice consultazione e leale cooperazione, che lascia intatta la netta distinzione dei ruoli e delle responsabilità».

In una nota, il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa plaude alla condotta del Colle. «Siamo sempre stati talmente sicuri della limpida e impeccabile condotta tenuta dal presidente Napolitano, sul Lodo Alfano come in ogni altra occasione, da poter dire che la precisazione del Quirinale ribadisca una certezza e non aggiunga alcun elemento di novità. Speriamo piuttosto in un sussulto di responsabilità da parte di chi ha tentato di coinvolgere il Capo dello Stato in contrattazioni da suk arabo che non stanno né in cielo né in terra. Siamo stufi - conclude Cesa di questa campagna di veleni e illazioni che non risparmia nemmeno il nostro presidente della Repubblica, insostituibile garante di tutte le parti politiche e baluardo dell'unità nazionale».