23 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Attualità. Scuola

Nuove superiori, per partire in 2010 Gelmini cambia iter

Parere prima a commissioni parlamentari, ma nodo regioni rimane

ROMA - Malgrado le difficoltà il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, mantiene la ferma intenzione di avviare la riforma delle superiori già a partire dal prossimo anno scolastico: a seguito del blocco dei lavori sui temi scolastici tra il governo e la conferenza delle regioni, che potrebbe far slittare i tempi dell'impianto di riforma, il responsabile del Miur ha oggi annunciato, durante un'audizione alla commissione cultura della Camera, di avere inviato gli schemi di regolamento delle nuove superiori direttamente alle commissioni parlamentari.

L'operazione di sovvertire il normale iter di autorizzazione della riforma, chiedendo il parere prima delle Camere e dopo alla conferenza Stato-regioni, permetterebbe, nei piani del ministro, di rispettare la tempistica necessaria alla sua attuazione. Per cautelarsi Gelmini ha comunque fatto sapere, sempre durante l'audizione di oggi, che il Miur posticiperà di almeno un mese il termine per le iscrizioni degli alunni che attualmente frequentano la terza media alla scuola secondaria superiore.

Anche perché al momento il `nodo' dei governatori appare molto difficile da sciogliere: anche se non è vincolante per l'approvazione finale, il loro giudizio sulla riforma della secondaria superiore sarà molto importante poiché, proprio sulla base alle novità espresse nell'innovativo testo, le regioni saranno chiamata alla responsabilità di gestire `in toto' il segmento dell'istruzione professionale.

E su questo punto molte regioni, soprattutto quelle del sud, con meno risorse finanziarie, ed in particolare con giunta di centro-sinistra, hanno da tempo espresso le loro perplessità.
Mentre altre, ad iniziare dalla Lombardia, che già da quest'anno ha adottato un modello sperimentale di gestione autonoma dei corsi professionali, sarebbero già pronte.

Il braccio di ferro con il governo starebbe anche condizionando l'avvio già per questo anno scolastico delle sezioni primavera, atteso con impazienza da oltre 20.000 famiglie: «all'ultima riunione Stato-Regioni, queste ultime - ha detto il nuovo assessore all'istruzione della Regione Lazio, Marco Di Stefano, coordinatore degli assessori regionali all'Istruzione, subentrato a Silvia Costa, eletta nel Pd al Parlamento europeo - si sono presentate con il parere favorevole su tali sezioni, parere che il governo non ha accettato. Il ministero infatti ha condizionato l'accordo per riattivare le sezioni all'espressione del parere sulla riforma della scuola secondaria superiore, argomento delicato e con pesanti ricadute sull'utenza, sul quale anche le regioni chiedono invece ulteriori approfondimenti, soprattutto per quanto attiene i licei e gli istituti professionali».

Nei giorni scorsi il ministro dell'istruzione Maria Stella Gelmini aveva lanciato un appello per superare la fase di stallo: «Non voglio entrare nel merito dei motivi che hanno causato questa situazione- ha detto il ministro- ognuno ha le proprie legittime ragioni da far valere, pero' non è accettabile che temi come l'avvio della riforma della scuola secondaria superiore e l'avvio delle sezioni primavera rimangano bloccati».

Un appello che però Vasco Errani, presidente della conferenza delle regioni, ha rispedito al governo: «Ci troviamo in una situazione di stallo - ha detto Errani - con le regioni che rivolgono da sei mesi al governo le stesse richieste. Spero che l'appello del ministro Gelmini sia pertanto rivolto all'esecutivo. Noi comunque ce la stiamo mettendo tutta».

Alla luce di questa situazione, priva di spiragli, almeno nel breve periodo (proprio oggi Errani ha convocato i governatori per dopodomani inserendo all'ordine del giorno della seduta una generica «informativa sui rapporti con il governo«), il ministro ha così pensato di non perdere tempo e rivolgersi subito alle commissioni parlamentari. Le quali avranno un mese di tempo per esprimersi.

Nel frattempo, spera sempre Gelmini, i rapporti con le regioni potrebbero essere mutati in meglio. In tal caso, se daranno il loro parere, sarebbe comunque una corsa contro il tempo: il testo di riforma delle superiori dovrebbe poi passare all'esame del presidente della Repubblica, per la firma finale, ed infine approderebbe in gazzetta ufficiale.

Salvo modifiche dell'ultimo momento, le novità contenute nella riforma (meno ore ai professionali, nuovi licei, accorpamento delle classi di concorso degli insegnanti, ecc.) verrebbero applicate al biennio iniziale: quindi ad oltre un milione di studenti. I sindacati hanno già posto il loro veto: se la riforma deve proprio entrare in vigore, hanno fatto sapere partecipando ai tavoli tecnici, va applicata solo al primo anno.