28 marzo 2024
Aggiornato 19:30
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La Lega vuole vietare il burqa: si rischia l'arresto

Modifica a legge 1975: «Vietati simboli religiosi che coprono volto»

ROMA - Un'aggiunta di tre righe alla legge del 1975 «in materia di tutela dell'ordine pubblico ed identificabilità delle persone», che vieta espressamente l'uso di «qualsiasi mezzo che non renda visibile l'intero volto, in luogo pubblico o aperto al pubblico, inclusi gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa». Se la proposta presentata oggi alla Camera dalla Lega dovesse diventare legge, chi indossasse in pubblico il burqa o il niqab rischierà l'arresto da uno a due anni.

La legge in vigore vieta l'uso di mezzi atti a rendere difficoltoso il riconoscimento, «senza giustificato motivo».

Finora, «giustificato motivo» veniva considerata anche l'osservanza di tradizioni religiose. Proprio per questo la Lega propone l'eliminazione della clausola: «E' stata usata da diversi prefetti per annullare ordinanze fatte dai nostri sindaci» per vietare l'uso del burqa, spiega Carolina Lussana. Che a scanso d'equivoci chiarisce: «Tra la tutela della libertà religiosa e la tutela della sicurezza dei cittadini, per noi la priorità è la sicurezza».

Fallita la via delle ordinanze dei sindaci, dunque, ora la Lega ci prova per via legislativa, e chiede «pari diritti per tutti i cittadini», sostiene Roberto Cota: «Non siamo razzisti, non abbiamo niente contro i musulmani, ma la legge deve essere uguale per tutti. La nostra proposta è assolutamente generale, come deve essere una legge». Tanto generale che potrebbe essere a rischio il Carnevale? No, assicurano i leghisti, c'è «un regio Decreto del 1931» che chiarisce la questione.