3 ottobre 2025
Aggiornato 15:00
Camera ardente aperta oltre le 21

Tanti al Celio a rendere omaggio ai caduti

il ministro Ronchi uscendo ha sottolineato «la grande dignità mostrata dai familiari dei caduti, fieri dei loro figli»

ROMA - Sono sempre più numerosi i cittadini romani che si stanno recando all'ospedale militare del Celio dove è allestita la camera ardente per i sei militari uccisi in Afghanistan. L'affluenza così numerosa potrebbe anche far slittare l'orario di chiusura al pubblico, inizialmente previsto alle 21.

Tante le personalità - Le persone venute a rendere omaggio ai militari italiani sono silenziosamente in fila, molti di loro portano un tricolore, si vedono persone di tutte le età, dai più giovani agli anziani che sopportano con pazienza l'attesa per entrare. Al Celio sono venuti anche molti esponenti delle Forze armate, a cominciare dal capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, tanti altri ufficiali, ma anche militari semplici. Tra le personalità: il ministro Andrea Ronchi, che uscendo ha sottolineato «la grande dignità» mostrata dai familiari dei caduti, «fieri dei loro figli», il vicecapogruppo del Pdl Italo Bocchino, il deputato del Pd ex generale Mauro Del Vecchio, il segretario della Cgil Guglielmo Epifani, il giornalista Massimo Giletti, l'allenatore della Fiorentina Cesare Prandelli.

L'appello del Papa oggi all'Angelus - Il Papa si unisce con la preghiera alla sofferenza dei familiari e delle comunità civili e militari e, al tempo stesso - ha sottolineato - penso con eguali sentimenti di partecipazione agli altri contingenti internazionali, che anche di recente hanno avuto vittime e che operano per promuovere la pace e lo sviluppo delle istituzioni, così necessarie alla coesistenza umana; a tutti assicuro il mio ricordo davanti al Signore, con un particolare pensiero alle care popolazioni civili, e per tutti invito ad elevare a Dio la nostra preghiera».

Le condoglianze di Karzai - Karzai ha presentato le sue condoglianze alle famiglie dei sei soldati italiani uccisi in un attentato suicida giovedì a Kabul. «Ancora una volta, invito tutti i fratelli afgani in collera o quelli in mani avverse a cessare i combattimenti, a mettere fine alla distruzione del loro paese e alle uccisioni di loro compatrioti», ha dichiarato Karzai.

Palazzo Chigi ha proclamato due giorni di lutto nazionale. Domani si svolgeranno i funerali solenni nella basilica di San Paolo fuori le mura per i sei caduti: il tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro (Potenza); il primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano; il primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera); il sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli, e il primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, di Orvieto (Terni).

Il sindaco della capitale Gianni Alemanno ha invitato i romani ad esporre il tricolore alle finestre nel giorno dei funerali. Il percorso che dal Celio conduce a San Paolo (lo stesso dei caduti di Nassirya) - ha deciso il Campidgolio - sarà punteggiato da 2.500 bandiere. Domani, dopo le esequie di Roma, i feretri partiranno per i paesi d’origine dove, dopo una funzione più privata e raccolta, saranno tumulati.