Gelmini: le lauree 3+2 sono state un fallimento
Il Ministro: meno corsi e professori a contratto (La Stampa)
MILANO - Bocciata. La riforma dell'università voluta dal ministro Luigi Berlinguer, che ha istituito le lauree 3+2 «non ha prodotto i risultati attesi». Lo sostiene il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini in un documento che è stato recapitato ai rettori degli atenei nei giorni scorsi.
Come riportato da La Stampa, nella lettera il ministro sottolinea il calo del numero dei diplomati che si iscrivono all'università e sottolinea il «costante aumento» dei fuori corso, mentre un giovane su cinque abbandona alla fine del primo anno. Una situazione di grave difficoltà, alla quale si aggiunge un altro problema: «Sono invece fortemente aumentate - scrive Gelmini - le dimensioni dell'offerta formativa e i costi, anche a causa della proliferazione delle sedi decentrate, un numero estremamente levato e difficilmente sostenibile».
Il ministro punta di nuovo il dito contro le sedi poco efficienti: «In oltre 70 sedi è attivo un solo corso, in 30 due. [...] appare difficile sostenere che questo aumento costituisca una risposta efficiente alle esigenze di miglioramento dell'offerta e della sua attrattività. Sembra anzi che risponda a logiche interne degli atenei o di diffusione territoriale».
Ad aumentare non sono solo le sedi, ma anche i docenti, cresciuti del 20 per cento in dieci anni, «pari a due volte e mezzo l'aumento delle immatricolazioni. Si è inoltre verificato - aggiunge il ministro - un sensibile aumento del numero dei professori a contratto, esterni ai ruoli universitari, cresciuti del 67%».
Come rispondere a questa situazione? Il ministro Gelmini invoca «una partecipazione molto incisiva del sistema universitario statale agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica». Il che significa riduzione dei corsi di laurea e pieno utilizzo dei docenti. «I corsi con un numero di immatricolazioni inferiore ai valori minimi - ha ripetuto Gelmini - vanno disattivati».
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