20 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Non voglio essere «complice» in una operazione di «sorta di par condicio»

Franceschini a Vespa: «Ospite a Porta a Porta? No, grazie»

Vespa a Franceschini: «Su Porta a porta no pretestuoso»

ROMA - Dario Franceschini non parteciperà alla puntata di Porta a porta del 23 settembre. Lo scrive il segretario del Pd in una lettera a Bruno Vespa spiegando di non voler essere «complice» in una operazione di «sorta di par condicio» dopo il caso Ballarò, spostato per una puntata di Porta a porta sulla consegna delle case in Abruzzo dove partecipa il Premier Silvio Berlusconi.

«Le scrivo per comunicarle la mia indisponibilità a partecipare alla puntata di Porta a Porta del 23 settembre. Quando nei giorni scorsi il mio ufficio stampa ha ricevuto l'invito dalla sua redazione a partecipare alla trasmissione ho comunicato la mia disponibilità ritenendo si trattasse della programmazione ordinaria. Leggo ora - scrive Franceschini - alcune sue dichiarazioni secondo le quali la mia presenza a Porta a Porta sarebbe da intendere come una sorta di par condicio per coprire l'incredibile scelta della Rai di stravolgere i palinsesti dell'azienda allo scopo di garantire al Presidente del Consiglio una vetrina strumentalizzando e spettacolarizzando il dramma dei terremotati d'Abruzzo. E' un'operazione grave di cui non posso e non voglio rendermi complice in nessun modo».

Immediata la replica di Vespa. «Caro Segretario, debbo dirLe con franchezza che le motivazioni del Suo rifiuto mi paiono pretestuose». «Nei giorni scorsi - spiega il conduttore - abbiamo invitato il presidente del Consiglio come facciamo da 15 anni (si veda il caso di Prodi, D'Alema e Amato) per la seconda serata che apre la nostra stagione. Contestualmente - fedeli alla correttezza che ci ha sempre caratterizzato - abbiamo invitato il leader dell'opposizione. Nello scorso fine settimana, la direzione generale della Rai ha deciso di portare in prima serata l'evento di oggi e non vedo come questa scelta possa essere attribuita a noi e stravolgere il senso dell'invito che Le abbiamo rivolto.
Non Le consento, peraltro, di definire una nostra trasmissione che Lei ancora non ha visto, come una vetrina al servizio del presidente del Consiglio. Esigo da Lei - conclude Vespa - lo stesso rispetto rivolto ad altre trasmissioni che dal pluralismo di Porta a porta hanno tutto da imparare».