Avvenire: «In mare si soccorre, le vite si salvano»
«L'Occidente a occhi chiusi come durante la Shoah»
ROMA - «Nessuna politica di controllo della immigrazione consente a una comunità internazionale di lasciare una barca carica di naufraghi al suo destino. Esiste una legge del mare, e ben più antica di quella pure codificata dai trattati. E questa legge ordina: in mare si soccorre». È il duro commento del quotidiano dei vescovi Avvenire, in un editoriale pubblicato in prima pagina a firma di Marina Corradi, intitolato Chi non vuole vedere e chi muore.
«In mare si soccorre. Poi, a terra - prosegue il giornale della Cei - opereranno altre leggi: diritto d'asilo, accoglienza, respingimento. Poi. Ma le vite, si salvano. E invece quel barcone vuoto - non il primo arrivato come un relitto di morte alla soglia delle nostre acque - dice del farsi avanti, tra le coste africane e Malta, di un'altra legge. Non fermarsi, tirar diritto».
Prosegue duro il quotidiano cattolico. E' «la nuova lege del non vedere. Come in un'abitudine, in un'assuefazione». «L'Occidente a occhi chiusi», chiosa 'Avvenire', paragonando il fenomeno dell'immigrazione alla «deportazioni degli ebrei sotto il nazismo». «Allora erano il totalitarismo e il terrore, a far chiudere gli occhi. Oggi no. Una quieta, rassegnata indifferenza, se non anche un infastidita avversione, sul Mediterraneo».