24 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Omelia per l'Assunta

Card. Tettamanzi: «Su Ru486 Chiesa non rinunci a confronto»

«Non rinunciare ad un'opera di confronto continuo con ideologie e posizioni di rifiuto. Il punto è la soppressione della vita»

MILANO - Il cardinale Dionigi Tettamanzi affronta il tema della pillola abortiva Ru486 mettendo l'accento sulla necessità che la Chiesa cattolica non rinunci ad un'opera di «confronto continuo con ideologie e posizioni di rifiuto» che è «sempre aperta, lunga, difficile, faticosa», ma, alla fine, «vincente».

«Oggi, festa dell'Assunta o del trionfo pieno della vita umana, sento forte il bisogno e grave il dovere pastorale, nel contesto che stiamo vivendo - quello cioè delle discussioni attuali sulla vita nascente - dire una chiara e precisa parola sull'inviolabilità della vita di ogni essere umano: una parola offerta al credente e insieme ad ogni persona di buona volontà», ha detto l'arcivescovo di Milano nell'omelia in duomo di cui Avvenire pubblica ampi stralci.

«E' doveroso discutere di una pratica abortiva che comporta pericoli e rischi riguardanti, tra l'altro, la salute della donna, la non conformità con una legge dello Stato, la non considerazione di tutti i titolari dei diritti in gioco, la privatizzazione estrema e la banalizzazione di un gesto umano che esige grande responsabilità», ha detto il porporato in evidente riferimento alla Ru486, di cui l'agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha di recente deciso la commercializzazione. «Ma questi e altri pericoli - ha tenuto ad aggiungere Tettamanzi - non possono sostituire o mettere tra parentesi la questione centrale e decisiva, quella che tocca la sostanza delle cose: e questa è l'eliminazione di un essere umano, sia pure nei suoi primi stadi di sviluppo, essere umano che viene derubato del diritto fondamentale alla vita».

Non solo: «In questa discussione - ha sottolineato l'arcivescovo ambrosiano - non può affatto mancare un'attenzione altrettanto decisiva per il giusto sviluppo della società e della sua civiltà: quella dell'opera educativa formativa, che per la Chiesa Maestra e Madre - annunciatrice e testimone del Vangelo e della dignità di ogni uomo - è primaria e assolutamente irrinunciabile. Sì - ha detto ancora Tettamanzi in quello che sembra un invito ad evitare i toni apodittici - è un'opera educativa sempre aperta, lunga, difficile, faticosa, a confronto continuo con ideologie e posizioni di rifiuto, ma è vincente perché è l'unica che dice amore vero per ogni uomo e che sa sprigionare autentico senso della vita, della sua dignità e inviolabilità: a beneficio di tutti, e in ogni campo della convivenza sociale».