1 settembre 2025
Aggiornato 06:30
La Gelmini apre sulla scuola

La Lega frena sul dialetto: test regionali

Ministro: «Si può ragionare». Insorge opposizione, Pdl: «Una boutade»

ROMA - La Lega frena, la Gelmini apre. Nell'occhio del ciclone per la presunta proposta di test di dialetto a cui sottoporre i prof destinati al Nord Italia, il Carroccio liquida come «polemiche inutili» quelle sorte dopo la presentazione dell'emendamento in commissione Cultura alla Camera e precisa: si tratta di «test preselettivi» che dovranno riguardare «uno spettro culturale ampio».

TEST REGIONALI - Insomma, test regionali ma niente dialetto. Rettifica che arriva mentre da viale Trastevere si apre uno spiraglio: «è una proposta sulla quale si può assolutamente ragionare», spiega il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, assicurando che «non c'è su questo tema nessuna conflittualità tra Lega e Pdl».

COTA - «Meglio conoscere il contenuto delle proposte prima di criticarle», tuona il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Cota. Una «bufala», insomma, montata ad arte dai giornali mentre la proposta del Carroccio «è quella di fare dei test preselettivi per consentire l'accesso agli albi regionali degli insegnanti, albi previsti proprio dalla proposta di legge in discussione. Tali test sono visti come propedeutici rispetto al superamento dei concorsi pubblici. Quella che bisogna eliminare è la sperequazione che si crea dando esclusivo peso alla valutazione dei titoli scolastici, perché come sappiamo ci sono università più 'generose' e università più 'rigorose'. Come si può evincere dal testo dell'emendamento - ha spiegato Cota - il test dovrà riguardare uno spettro culturale ampio, non riconducibile alla banalizzazione che viene fatta dai giornali».

GELMINI - «Questa proposta è condivisa da tutta la maggioranza - ha voluto ribadire la Gelmini -, si tratta di capire come declinarla. Ed è allo studio una proposta per legare la docenza al territorio. Per quanto riguarda lo studio del dialetto e delle tradizioni locali, un tema molto caro alla Lega, questo sarà affrontato in sede di revisione dei programmi».

MALUMORI PDL - Eppure dentro la maggioranza non mancano i malumori, anche se l'obiettivo è minimizzare una «notizia enfatizzata dalla stampa», taglia corto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, che ha il sapore di «una boutade solo propagandista» per il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino: una proposta del genere «non passerà mai», assicura. «Non mi pare che alcune estremizzazioni andranno al di là dei titoli dei giornali, a volte un po' forzati», afferma il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. E' solo «una boutade estiva», per il ministro Gianfranco Rotondi, mentre il Pri invita la Lega a «darsi una calmata».

PROTESTA L'OPPOSIZIONE - Il Pd attacca il ministro dell'Istruzione: «Stupisce che mentre la Lega cerca di simulare 'passi indietro' per sgonfiare le polemiche sui test di cultura e diletto locale, il ministro Gelmini non esiti a fare 'passi in avanti' che ridicolizzano ancora di più la scuola pubblica», denuncia la capogruppo del Pd in commissione Cultura, Manuela Ghizzoni. Il governo è «stritolato tra ricatti della Lega e fantomatici partiti del Sud», accusa la capogruppo democratica al Senato, Anna Finocchiaro. «Ancora una volta la Lega con la sua cultura razzista, solleva una questione inaccettabile», attaccano i dipietristi con Pierfelice Zazzera, mentre Luciano Ciocchetti dell'Udc osserva: «Che gli esponenti della Lega giochino ogni giorno al rialzo per sfasciare l'unità nazionale, è loro interesse. Ciò che non è accettabile è che la maggioranza insegua la Lega su questo terreno».