Presidi: «No chiusura scuole, risposta semplicistica»
ANP: «Bisognerebbe farlo per mesi. Difficile anche posticipare anno scolastico»
ROMA - La chiusura delle scuole per limitare l'eventuale propagarsi del virus A/H1N1 «è una decisione ora eccessivamente prematura» e, in ogni caso, «non è la strada giusta per affrontare il problema: meglio puntare su prevenzione e diritto alla salute». Anche i presidi scendono in campo nel dibattito sull'opportunità di coinvolgere gli istituti nelle misure che potranno essere adottate per ridurre la diffusione della 'nuova influenza' umana.
Secondo il presidente dell'Associazione nazionale presidi (Anp) Giorgio Rembado «questa preoccupazione è eccessivamente prematura e espressa in termini anche un poco vibrati. Qual'ora poi ci fossero elementi conoscitivi, che ai tecnisi speriamo siano in possesso, bisogna affrontare il problema come si affronta nei fenomeni simili: ogni stagione ha le sue influenze e i suoi virus e chiudere le scuole sarebbe una risposta semplicistica e antiquata. Non si può pensare che questa sia la strada giusta».
La chiusura, continua Rembado, «si giustifica per un giorno o due, ma di fronte a cosa di questo genere bisognerebbe chiuderle per l'interno inverno: non c'è un momento in cui si possa restringere il fenomeno dal punto di vista della pericolosità. Bisogna quindi affrontare il problema anche in termini di prevenzione e del diritto alla salute, insieme a quello altrettanto importante del diritto all'istruzione».
Quanto invece ad uno slittamento dell'avvio dell'anno scolastico, per il presidente dell'Anp ««al di là del pregiudizio sulla serietà degli studi, c'è una norma che prescrive un numero minimo di giorni di studio e bisognerebbe trovare il tempo per recuperarli nel corso delle interruzioni dell'attività didattica: i tempi sono particolarmente ristretti e vincolati, ci sono margini molto modesti, praticabili solo per qualche giorno e comunque - conclude - bisognerebbe trovare il tempo di recuperare».