Roma: piove e tutto si allaga
L'Aduc sollecitò Alemanno lo scorso anno
ROMA - Piove e Roma si allaga. Pochi giorni dopo la sua elezione a Sindaco della capitale, scrivemmo a Gianni Alemanno. La lettera è del 22 Maggio 2008 (!!!). Gli allagamenti e l'esondazione del Tevere dell'autunno e dell'inverno non hanno prodotto sostanziali modifiche nell'atteggiamento dell'amministrazione comunale. Noi insistiamo e rinvieremo al Sindaco Alemanno la stessa lettera di un anno fa, sperando che si decida a far qualcosa. Ecco il testo.
«Piove a Roma e la capitale si blocca: strade allagate, tombini e caditoie straboccanti, sistema di illuminazione in tilt. Che piova poco o tanto, che ci siano le foglie o no, quando Giove Pluvio decide di versare un po' d'acqua, la Capitale d'Italia si trasforma in una città lagunare. Le solite cose che succedono da anni. Alcune operazioni per annullare, o quantomeno diminuire, l'impatto della pioggia sulla città ci sono: pulire tombini e caditoie. Servono soldi? Non necessariamente perché il problema può essere risolto imponendo alle imprese che scavano (Acea, Italgas, Telecom, ecc.) di pulire anche i pozzetti del tratto di strada interessato allo scavo. Poiché tutte le strade romane prima o poi saranno interessate dai lavori, il problema troverebbe soluzione nel volgere di qualche anno e senza costi aggiuntivi per la comunità.
Come s'impone alle ditte di ricoprire con l'asfalto superfici di strada maggiori della larghezza dello scasso da loro operato, così si può imporre la ripulitura dei chiusini. Trovato l'uovo di Colombo? Certo! Ci permettiamo questo consigli al neo sindaco, Gianni Alemanno. L'alternativa è quella di rivolgersi a Giove Pluvio invocandone la misericordia con qualche rito sacrificale.»
Primo Mastrantoni, segretario Aduc