2 maggio 2024
Aggiornato 00:00
Cronaca

Pasolini, la Procura di Roma riapre l'inchiesta sul delitto

Avvocato Maccioni: «Si sviluppino indagini su vecchi reperti»

ROMA - Nuova inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini, ucciso nella notte tra il 1 e il 2 novembre del 1975 all'Idroscalo di Ostia. L'istanza di riapertura delle indagini preliminari depositata il 27 marzo scorso dall'avvocato Stefano Maccioni e dalla criminologa Simona Ruffini è stata assegnata dal procuratore della Repubblica di Roma Giovanni Ferrara al pm Diana De Martino.

«Adesso ci auguriamo - ha affermato il penalista - che il magistrato incaricato decida di accogliere la nostra istanza richiedendo al più presto la riapertura delle indagini al giudice per le indagini preliminari, considerata la necessità di fugare quanto prima i dubbi emersi a seguito delle varie dichiarazioni rese da Pino Pelosi il 12 settembre dello scorso anno e pubblicate nel libro Profondo Nero e soprattutto dalle indagini svolte dal pm di Pavia, Vincenzo Calia, in merito alla morte di Enrico Mattei». Per il delitto di Pasolini è stato condannato, in via definitiva, Pino Pelosi.

In passato diverse istanze per la riapertura delle indagini, dopo alcuni accertamenti, erano state archiviate. La dottoressa Ruffini ha spiegato: «Appare quasi paradossale che prima di porre definitivamente la parola fine su questa inchiesta non si sia proceduto a svolgere i necessari accertamenti tecnici scientifici sui reperti custoditi presso il museo criminologico di Roma, come peraltro sostenuto anche dal comandante del Ris dell'Arma dei Carabinieri Luciano Garofano».

Quello che è stato richiesto agli investigatori, può essere riassunto in due punti, ha spiegato l'avvocato Maccioni: «analizzare compiutamente quanto contenuto nelle indagini svolte dal pubblico ministero Vincenzo Calia in relazione alla morte di Enrico Mattei, in particolare quanto emerso con riferimento al manoscritto 'Petrolio' di Pier Paolo Pasolini e al libro 'Questo è Cefis' di Giorgio Steimetz; ovvero la tesi secondo la quale lo scrittore ucciso sarebbe venuto a conoscenza dei mandanti dell'omicidio Mattei indicandoli nel proprio romanzo 'Petrolio'; ed accertare pertanto se sussista un collegamento tra gli assassinii di Mattei, De Mauro e Pasolini». E poi «effettuare le necessarie indagini scientifiche sui reperti conservati nel museo criminologico di Roma».