Forze dell'ordine, Maroni: la dotazione finanziaria non ha subito tagli
Il ministro ha annunciato anche che il prossimo decreto flussi interesserà solo lavoratori stagionali e che non sarà possibile accorpare il referendum con l'election day
Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha risposto nel pomeriggio alla Camera dei Deputati alle interrogazioni parlamentari formulate nel corso del question time.
Dotazioni economiche delle Forze dell'ordine, e regolamentazione della partecipazione dei cittadini alla sicurezza sono stati tra i temi affrontati a Monte Citorio.
Maroni ha sottolineato che nel 2009 il Governo ha stanziato 'risorse ingenti' per le Forze dell'ordine e ciò costituisce - ha detto - «una netta inversione di tendenza rispetto ai tagli che si sono avuti negli anni precedenti».
Infatti, «nel 2009 la dotazione finanziaria delle Forze dell'ordine non solo non ha subito tagli ma è stata notevolmente aumentata rispetto al 2008. La dotazione finanziaria iniziale del Dipartimento della Ps per il 2009 è superiore al 2008 di circa 650 milioni, con un incremento del 9%. Se poi ci riferiamo alle spese correnti, quelle utilizzate ad esempio per la manutenzione degli automezzi o per l'acquisto del carburante, si è passati ad una dotazione di 6,7 miliardi di euro nel 2008 a 7,4 miliardi nel 2009, con un incremento di 730 milioni di euro superiore del 10 per cento rispetto al 2008».
Sempre sul tema della sicurezza pubblica, sulla questione della partecipazione di privati cittadini , il ministro ha evidenziato come «Già oggi esistono i 'giustizieri della notte' in centinaia di comuni e paesi italiani» e quello che vuole fare il Governo è solo «regolare» questi fenomeni imitando «le buone prassi» già in atto in alcuni enti locali. Maroni ha ribadito che «E' utile far partecipare i cittadini alla sicurezza attraverso quella che chiamiamo la sicurezza partecipata ma secondo regole precise che noi vogliamo dare».
E' stato chiesto a Maroni anche riguardo il prossimo decreto flussi. Maroni ha annunciato che «non prevederà alcuna quota d'ingressi che non siano lavoratori stagionali» spiegando inoltre che la quota sarà fissata a 80mila. Questi lavoratori potranno stare in Italia per un periodo da 20 giorni fino a 9 mesi per lavori in agricoltura e nel settore del turismo.
Sulla possibilità di accorpare il referendum sulla legge elettorale all'election day del 6 e 7 giugno: «Il governo - ha detto Maroni - ha deciso di non approvare un decreto d'urgenza perchè in questa materia non c'è una unanimità tra i gruppi, unanimità che si è invece riscontrata per accorpare amministrative ad europee». Sui risparmi che deriverebbero dall'accorpamento il ministro dell'Interno ha inoltre precisato: «Non sono 460 milioni, ma saremmo su poco più di 170».