29 marzo 2024
Aggiornato 13:00

Biotestamento, Schifani: No ostruzionismo, rispetterò calendario

«Confido che in aula si possa trovare sintesi»

El Alamein - Il Senato rispetterà il calendario dei lavori d'aula sul testamento biologico: se ne dice convinto il presidente dell'assemblea di Palazzo Madama, Renato Schifani, parlando a margine della sua visita al Sacrario militare italiano di El Alamein in Egitto. Commentando la presentazione di quasi 3mila emendamenti, in larga  parte dei deputati radicali, Schifani dice: «Intanto gli uffici stanno verificando quanti di questi emendamenti saranno dichiarati ammissibili».

«Credo - osserva la seconda carica dello Stato - che la nostra apertura al confronto in commissione, dando più tempo, abbia dato i suoi frutti e non vi era nessun ostruzionismo. In aula assisto a un tentativo di ostruzionismo che limita il diritto di parola, il diritto al confronto di ciascun parlamentare. Ho sempre garantito - sottolinea Schifani - la libertà di parola e di poter esprimere le proprie opinioni ma l'ostruzionismo mi impedisce questa libertà, allora sono pronto ad assumermi le mie responsabilità e ad operare, mi auguro di concerto con tutti i capigruppo, quelle scelte che permettano ai singoli parlamentari e ai gruppi di potersi esprimere su un tema così delicato». «I tempi - ricorda il presidente del Senato - sono già contingentati, ma noi abbiamo previsto un calendario che intendo rispettare: intendo arrivare - avverte - al voto finale la prossima settimana, una scelta che è stata condivisa da tutti i gruppi, se vi sarà ostruzionismo ci attrezzeremo».

«Confido - dice ancora Schifani - sul fatto che si possa arrivare a una larga convergenza, già in commissione su alcuni punti le parti si sono avvicinate: sull'articolo 1 e su altre proposte dell'opposizione fatte proprie dalla maggioranza. Confido proprio che sia l'aula ad essere punto di convergenza di una sintesi, ecco perchè l'ostruzionismo va in senso diametralmente opposto al tentativo di trovare un accordo». Quanto alla richiesta dei senatori radicali della diretta tv sui lavori d'aula, Schifani osserva: «Le dirette vanno richieste dai gruppi e non da singoli parlamentari e la prassi è concederla in occasione delle dichiarazioni di voto finali e non della discussione».