8 per mille allo Stato, approvato odg di Cotto
«Ora il piemonte può farsi parte attiva nella distribuzione delle risorse»
Un accordo di programma con il governo per una più equa distribuzione delle risorse dell’8 per mille e per evitare che il Piemonte sia penalizzato rispetto alla richiesta del territorio. E’ quanto dispone un ordine del giorno recentemente approvato dall’assemblea di palazzo Lascaris, che era stato presentato dalla vicepresidente del Consiglio regionale, Mariangela Cotto (Forza Italia/Pdl).
«Da una relazione della Corte dei Conti sulla gestione statale dell’otto per mille – spiega Cotto – è evidente come il Piemonte sia stato per molti anni fanalino di coda nella classifica delle regioni italiane, anche dopo Abruzzo e Basilicata, per numero di interventi finanziati. Significa, in parole povere, che le quote devolute dai piemontesi allo Stato sono state utilizzate per sostenere i progetti di altre regioni, ma non i propri. Ora la nostra Regione ha la possibilità di farsi parte attiva per una più equa distribuzione delle risorse».
Con un accordo di programma, infatti, la Regione potrà essere messa a conoscenza delle domande effettuate dagli enti locali, svolgere un ruolo di coordinamento e programmazione, intervenire con una compartecipazione delle spese e fornire assistenza agli enti locali per la progettazione degli interventi».
Il «caso» piemontese è emblematico: dai dati era emerso che su un totale di oltre 260 milioni di euro da ripartire nei quattro settori d’intervento (conservazione dei beni culturali, calamità naturali, fame nel mondo e assistenza ai rifugiati) sono stati assegnati al Piemonte soltanto 10 milioni di euro, il 4% del totale mentre, ad esempio, il Lazio ha ottenuto oltre 43 milioni di euro.
«Quello ottenuto – conclude la vicepresidente – è un risultato importante, che può rendere giustizia ai contribuenti piemontesi. Ora mi auguro che la Giunta Bresso predisponga al più presto una bozza di accordo da proporre al Governo. I tempi stringono: le richieste di contributo annualmente devono pervenire entro il 15 marzo, ma gli enti locali e i Comuni necessitano di maggiori informazioni e maggiore assistenza per la predisposizione dei progetti».