«La spesa di scuola e università è fuori controllo»
Lo ha affermato il nostro ministro a margine di un convegno organizzato da Forza Italia a Rezzato, nel bresciano
Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha difeso il decreto che porta il suo nome ed ha presentato il governo Berlusconi come l’esecutivo del cambiamento, ’per certi versi quasi di sinistra’. Lo ha affermato il nostro ministro a margine di un convegno organizzato da Forza Italia a Rezzato, nel bresciano. La Gelmini si e’ detta convinta che ’ci siano le condizioni per spiegare il provvedimento che abbiamo approvato in Consiglio dei Ministri. E mi riferisco sia alle linee guida sull’Universita’ che a un decreto che verrà poi discusso in Parlamento e che contiene pochi provvedimenti ma molto significativi. Penso a 130 milioni di euro in borse di studio per premiare gli studenti meritevoli e capaci, anche privi di mezzi, come recita la nostra Costituzione, 70 milioni di euro per residenze universitarie e poi tagli selettivi per premiare le Università migliori, penalizzando chi spreca denaro pubblico’. La riforma, ha spiegato, ’nasce anzitutto dalla volontà di restituire alla scuola la sua missione fondamentale, che e’ quella di essere un’agenzia educativa e formativa.
Noi crediamo che valori come l’impegno e la serietà nello studio, ma anche il rispetto degli altri - da qui il voto in condotta - siano valori che non appartengono al passato ma di cui la nostra società ha bisogno’. Nella Finanziaria e’ inoltre previsto di impiegare parte dei risparmi per ’premiare gli insegnanti migliori’. Sulla riforma sarebbero state ’raccontate agli italiani molte bugie: la volontà del governo d’eliminare il tempo pieno, o peggio ancora di farlo pagare alle famiglie, la volontà di chiudere le scuole di montagna e delle piccole isole, la volontà d’impoverire l’insegnamento della lingua straniera. Tutte bugie. Questo governo e soprattutto il presidente Berlusconi non permetterebbero mai di abbandonare il tempo pieno’, ha affermato la Gelmini. La situazione economica, ha continuato il ministro, e’ ’molto difficile’, ma l’Italia ha ’le caratteristiche per uscirne indenne e addirittura rafforzato da questa prova complicata’.
Non e’ vero che noi spendiamo meno degli altri paesi, ha chiarito la Gelmini, ’in alcuni casi spendiamo anche di più, ma spendiamo male. Dobbiamo abituarci a spendere meglio, come fanno tutte le famiglie italiane. Credo che sia dovere di un buon amministratore e di un buon governo la massima trasparenza nell’utilizzo delle risorse pubbliche’. Bisogna in particolare rendersi conto, ha aggiunto la Gelmini, che ’alcuni sprechi, alcuni privilegi non sono più difendibili. Per troppi anni il Paese ha sofferto di una mancanza di coraggio nel portare avanti il cambiamento, nell’approvare riforme importanti in settori come la scuola e le università. C’e’ la necessità di razionalizzare la spesa, rivederne i meccanismi. E’ innegabile che in questi ultimi anni la spesa dell’istruzione era fuori controllo’. In quest’opera di risanamento, ha detto il ministro, sarà importante il ’dialogo con l’opposizione’, perché la scuola non e’ ’ne’ di destra ne’ di sinistra’. Chi invece sarebbe ’di sinistra’, per il ministro, e’ sorprendentemente il governo Berlusconi:
’Io l’ho detto, questo e’ un governo che crede nel cambiamento, e’, per certi versi, un governo di sinistra. Può sembrare una contraddizione, ma noi mettiamo al centro non solo il ceto medio, ma anche quelle famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, quelle famiglie che fanno molti sacrifici per far studiare i propri figli’. La Gelmini ha poi detto di comprendere ’le paure legittime dei giovani’ perché ’ho 35 anni’, avvertendo però, in riferimento alla sinistra, ’che con le paure dei giovani non si deve scherzare’. Quanto alla proposta leghista delle ’classi ponte’ per studenti extracomunitari, il ministro ha chiesto all’opposizione ’disponibilita’ ad affrontare i problemi nel merito, a non evocare spettri inutili. E’ stato fatto sulle classi ponte evocando il razzismo. Il nostro non e’ un Paese razzista, questo governo si occupa dei temi dell’immigrazione e dell’integrazione e proprio per questo vuole intervenire nella scuola, che deve essere la sede d’eccellenza per fare integrazione, prendendo atto di un problema. Un ragazzo straniero che non conosce l’italiano fatica ad integrarsi anche se viene inserito in classi dove ci sono ragazzi italiani. Non basta l’inserimento per avere la coscienza a posto, per essere politicamente corretti’.
A Montecatini, al convegno dei Circoli del Buongoverno, MariaStella Gelmini aveva detto
«Sono orgogliosa del decreto legge approvato nel penultimo Consiglio dei ministri». Lo ha affermato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che ha difeso, parlando dinanzi ai giovani dei Circoli del Buon governo a Montecatini, le misure adottate. «Un provvedimento molto snello, fatto di soli tre articoli, servirà a fare un primo passo verso il cambiamento. Il nostro obiettivo e’ una riforma universitaria che punti ai meriti degli studenti e alla funzionalità dei corsi». Per quanto riguarda la grave crisi economica che non soltanto l’Italia sta affrontando il ministro dell’Istruzione ha ribadito che «il governo non vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani, ma dobbiamo trovare ugualmente le risorse per assegnare 180 mila borse di studio, cosa mai fatta fino ad ora. Chiederemo un piano di rientro per le sedi universitarie distaccate, ma creeremo nuove residenze per gli studenti a costi adeguati».
Tra gli applausi della platea, la Gelmini ha spiegato che la filosofia che ispira il governo «e’ quella di premiare i migliori e far funzionare le università. Siamo passati dalle parole ai fatti. Alla ricerca non verranno più assegnati fondi a pioggia, ma in base alla qualità del lavoro svolto». Serve dunque una nuova riforma per migliorare la qualità del sistema della formazione. Ma per raggiungere questo obiettivo il ministro ha sottolineato il bisogno di una razionalizzazione dell’uso delle risorse, perché «il diritto allo studio non si attua con l’Università’ sotto casa oppure moltiplicando gli insegnamenti, ma scegliendo di proporre un’offerta formativa sulla base delle esigenze del mondo produttivo», ricordando che «le risorse non sono mancate in questi anni ma sono state spese male».
In questo senso, ha annunciato, «verrà recuperato il progetto del ministro Moratti sull’agenzia di valutazione della ricerca. In questo modo recupereremo e valorizzeremo il 7 per cento delle risorse sulla base della qualità della ricerca, con l’obiettivo di arrivare al 30 per cento». Al momento sono già previsti «500 milioni che vogliono rappresentare una scommessa su merito e qualità della ricerca». Saranno gestiti dagli organismi esistenti per «dare poi luogo a una agenzia per la valutazione che avrà il compito valutare tutti i progetti di ricerca e università». Ma la Gelmini ha lanciato anche una nuova sfida: «Vogliamo cancellare dalla scuola e dall’Università’ l’ideologia dell’egualitarismo, del 18 o del 6 politico a tutti, e lo vogliamo fare perché abbiamo fiducia nelle persone». Per il ministro «bisogna evitare il falso egualitarismo che ha reso la nostra classe insegnante tra le meno pagate d’Europa e la nostra società tra le meno eguali d’Europa. Non e’ vero che ci sono pari opportunità. È grave che gli insegnanti non abbiano un avanzamento professionale, e avanzino solo in base all’anzianità’». Accolta a Montecatini da un grande striscione con la scritta «Gelmini caccia i baroni», il ministro ha assicurato «di poter capire le preoccupazioni e i disagi dei giovani: una parte politica li ha strumentalizzati, ma rimane il disagio e l’incertezza e quando i giovani hanno paura per il futuro vuol dire gli adulti non hanno lavorato bene». Ma e’ proprio per questo che il ministro ha ribadito la sua intenzione «di cambiare la scuola e lavorare nella direzione delle riforme: troppi veti e pregiudizi ideologici hanno per decenni ingessato scuola e università». (segue
Quindi, occorre «non guardare a questi mondi con lente dell’ipocrisia e del pregiudizio ma tentare nuovi percorsi. Dobbiamo avere il coraggio di cambiare, mettendo da parte la paura. Chi sta con i giovani non può che percorrere strade nuove». Del resto, il ministro ha rilevato che il «modo migliore per rispondere a difficoltà internazionali, anche economiche, e’ di dotare il paese di un sistema di formazione competitivo e moderno». La Gelmini ha infine ribadito che «le porte del ministero sono aperte a tutti coloro che vogliono dare un contributo alla nostra sfida. Le critiche vanno accettate - ha concluso - ma non accetterò mai di difendere situazioni indifendibili».
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