28 agosto 2025
Aggiornato 09:30
Decreto Gelmini

Scuola, tanti tagli e nessuna riforma

Per fermare le applicazioni peggiori dei tagli è necessario il referendum

La straordinaria mobilitazione di questo mese ha visto insieme nelle piazze tanti genitori con i figli, maestri, insegnanti, studenti contro l’essenza dei provvedimenti Gelmini sulla scuola: la volontà di tagliare, di fare cassa sulle spalle dei giovani aldilà dei proclami mediatici che promettevano il ritorno al rigore.

La nostra scuola ha bisogno di una riforma. Il primo tassello non sono certo le scuole elementari, che tutto il mondo ci invidia. Il primo tassello non è certo chiudere le scuole dei piccoli Comuni, che tante volte rappresentano l’unico luogo pubblico di ritrovo per la cittadinanza, l’unico punto di riferimento e di socialità.

Chi parla di maggioranze silenziose a dispetto di una minoranza rumorosa e sovversiva, lo fa sapendo di offendere l’altissima consapevolezza dei tanti cittadini preoccupati per le difficoltà in più che le scelte del Governo procureranno alle famiglie e per l’assenza di futuro che i giovani percepiscono.

La prima importante marcia indietro sulla chiusura delle scuole di montagna e sui finanziamenti alle scuole private dimostra che la maggioranza degli italiani non vedeva di buon occhio la scure calata sul futuro del Paese. Tuttavia restano in campo i tagli al tempo pieno, il maestro unico, il piano di applicazione dei tagli anche sulle scuole secondarie inferiori e superiori, attualmente in discussione alla Commissione Cultura.

Per questo continua l’impegno del Partito Democratico per contrastare i provvedimenti del Governo, continuare a chiedere il ritiro dei tagli e fare nuove proposte in favore del diritto allo studio, con particolare riferimento a una legge quadro nazionale sul diritto allo studio, per liberare da vincoli geografici il diritto inalienabile alla pari opportunità di tutti i ragazzi di ricevere un’istruzione di qualità.

Il referendum che il PD sta preparando deve coinvolgere tutta la cittadinanza in una battaglia popolare per difendere la nostra scuola elementare da inutili e dannosi ritorni al passato.