28 agosto 2025
Aggiornato 09:30
Università

Diritto allo Studio, una priorità per il PD

I dieci punti per l'università contengono importanti proposte per garantire il diritto allo studio

Sono stati presentati i dieci punti per l’università, un documento del Partito Democratico che intende aprire un dibattito nel Paese sulla riforma necessaria dell’università e per un’alternativa alle politiche di attacco all’università pubblica messe in campo dal Governo Berlusconi attraverso il decreto 112 e il 133.

Di fronte alle tante proteste dilagate nel Paese è stato detto che si intendeva difendere l’esistente: l’Università italiana attraversa una crisi profonda e il Partito Democratico non intende sottrarsi dalla responsabilità politica di preparare e sostenere, con un’ampia discussione nel Paese e nel mondo accademico, le proprie proposte per una società fondata sulla conoscenza e dotata di un sistema di istruzione all’altezza delle sfide del presente.

La qualità e il merito sono al centro dei dieci punti. Un asset fondamentale delle Politiche Giovanili dovrebbe essere il diritto allo studio, senza il quale vengono negate le pari opportunità e di conseguenza viene meno la valorizzazione del talento e del merito di tanti giovani italiani. I nostri ordini del giorno presentati sul diritto allo studio sono stati bocciati dalla maggioranza parlamentare con una scelta ben chiara rispetto alle priorità di questo Governo.

Per questo all’interno dei dieci punti sono contenute proposte importanti per il diritto allo studio che qui presentiamo.

1) Garantire le borse di studio a tutti gli studenti universitari idonei: in Italia attualmente molti degli idonei beneficiari delle borse di studio in base a parametri di merito e di reddito non possono di fatto beneficiare dei servizi per il diritto allo studio e non possono scegliere in quale sede e quale corso di laurea frequentare. Le cause di questa ingiustizia risiedono nel definanziamento del sistema di diritto allo studio e nell’organizzazione fondata su modelli non aggiornati (la legge quadro nazionale risale al 1999 e l’ultimo DPCM che ne regola il funzionamento al 2001). Il Partito Democratico propone di aggiornare e rivedere la legge quadro e i successivi provvedimenti per garantire con adeguati finanziamenti un canale di borse di studio assegnate anticipatamente e direttamente dallo Stato, di cui i vincitori possano usufruire in qualunque università italiana. Tutti gli idonei devono ricevere la borsa di studio.

2) Residenze e alloggi universitari: è necessario rifinanziare il programma (legge 338/2000) per costruire residenze universitarie adatte ad ospitare gli studenti con le borse del diritto allo studio, gli studenti meritevoli e gli studenti stranieri. Per essere all’altezza del resto d’Europa l’Italia deve internazionalizzare l’università, garantendo anche migliori servizi agli studenti stranieri per aumentarne il numero di presenze in Italia.

3) Programma ERASMUS: occorre sostenere finanziariamente gli studenti che utilizzano il programma ERASMUS , spingendo in prospettiva tutti gli studenti italiani a trascorrere un periodo di studio in un altro Paese europeo.

4) Università democratica: occorre approvare lo Statuto dei diritti degli studenti e introdurre specifici diritti di cittadinanza per gli studenti universitari lavoratori e fuori sede.

5) Accesso all’università: è necessario rivedere le modalità di accesso all’università introducendo una selezione basata sul merito differente dal modello inefficiente dei test d’ingresso, che porti a rispettare la normativa vigente (264/99) e a fermare la proliferazione di facoltà a numero chiuso non previste dalla legge.