19 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Immigrazione

Le ACLI contro il permesso di soggiorno a punti

«Non si gioca con la vita delle persone»

Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani respingono come «offensiva della dignità degli immigrati» la proposta di introdurre con un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza il «permesso di soggiorno a punti» per i cittadini extracomunitari, alla stregua della patente di guida.

«Non si gioca con la vita delle persone» afferma il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero. «Il permesso di soggiorno è uno strumento normativo che ratifica un diritto, non è un concorso a punti. La legislazione sull'immigrazione, così come quella penale, ha gli strumenti per revocare eventualmente questo titolo qualora se ne verifichino le condizioni. Tutto il resto è discriminatorio. Chi fa proposte di questo tipo si assume la responsabilità politica e morale di favorire quel clima pericoloso di «regressione culturale» di cui ha parlato autorevolmente il presidente della Conferenza episcopale».

La perplessità delle Acli non riguarda solamente la boutade del permesso a punti. Il presidente Olivero raccoglie la denuncia di mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i migranti, e rilancia: «Dobbiamo invertire la «tendenza al ribasso» nei confronti degli immigrati, caratterizzata dall'erosione degli standard umanitari e dell'introduzione di norme meramente restrittive o punitive». E al ministro dell'Interno Roberto Maroni, che oggi alla Camera ha voluto scongiurare il rischio razzismo invitando ad evitare allarmismi, il presidente delle Acli risponde: «Nessun allarmismo, ma neanche è possibile far finta di non vedere ciò che accade». «Soprattutto - concludono le Acli - si stenta davvero a riconoscere quali siano le politiche di integrazione «vere» e «reali» di cui parla oggi il ministro».