16 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Riforma della scuola

Mogherini: «Per la Destra, la scuola è solo un costo da tagliare»

«C’è bisogno invece di promuovere merito e qualità»

«Per la destra al governo la scuola è solo un costo da tagliare per far cassa, per far quadrare i conti dello Stato. Non il luogo dove i nostri figli si formano, imparano, crescono.»
Lo dichiara Federica Mogherini, deputata del Partito Democratico, intervenendo oggi in Aula nel dibattito sulla conversione del Decreto legge del Governo sulla scuola.

«Il ritorno al maestro unico, con l’orario scolastico di 24 ore settimanali - 4 ore al giorno - determinerà la riduzione drastica del tempo pieno e costringerà i bambini delle scuole elementari a tornare a casa alle 12,30. Quale impatto avrà questo taglio, sulla vita di milioni di genitori che lavorano?
Sono a rischio di chiusura fino a 4.000 scuole, soprattutto nei piccoli comuni; sarà forte la riduzione degli insegnanti di sostegno per i bambini disabili; si avranno meno strumenti per l’integrazione dei bambini migranti e dei bambini rom. E quanto crescerà, con questi tagli, la dispersione scolastica, già oggi ad un livello tra i più alti in Europa?
Non è tutto, purtroppo. La manovra economica già approvata colpisce duramente gli enti locali, con tagli di bilancio che penalizzeranno l’edilizia scolastica e il diritto allo studio.

Quel che è più grave è che i tagli avvengono senza alcun disegno complessivo, senza alcuna strategia: prima si taglia, poi si costruiscono le motivazioni dei tagli.

Così si offre meno qualità ai bambini, minor quantità di tempo trascorso a scuola alle famiglie, e minor possibilità per gli insegnanti di svolgere con competenza e motivazione il proprio lavoro.

Ci perdono tutti, da qualsiasi punto di vista la si guardi.

La scuola che prefigura il Governo Berlusconi rinuncia a promuovere la qualità e il merito, proprio nel momento in cui il Paese avrebbe bisogno di investimenti straordinari e mirati alla qualità per scuola, università e ricerca: questa è la migliore risposta alla stagnazione economica che vive l’Italia e alla drammatica crisi che investe i mercati finanziari internazionali. Sarebbe l’investimento più lungimirante e proficuo per il nostro Paese.»