10 ottobre 2024
Aggiornato 12:30
Scontro nel governo sulla riforma della scuola

Anche Bossi boccia la Gelmini

La riforma scolastica del maestro unico voluta dal ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini continua a far discutere

La riforma scolastica del maestro unico voluta dal ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini continua a far discutere. Senza dubbio la ministra sta avendo la sua parte di gloria nel firmamento politico, di certo non per meriti, perché la Gelmini sta di fatto distruggendo un sistema che oltre a garantire un ottima preparazione di base, sta anche minando la scuola pubblica , mettendo in crisi le famiglie italiane, che si vedranno costrette a mettere mano al portafoglio per poter garantire quello che invece prima lo stato riusciva ad assicurare sia agli studenti italiani sia a quelli stranieri residenti in Italia.

Dopo le aspre e indignate critiche mosse dall’opposizione, in particolare dal Partito Democratico, la ministra è stata attaccata dal suo stesso governo, che non le risparmiato commenti al vetriolo. Umberto Bossi, ministro per le Riforme, noto per la sua lingua tagliente, non ha espresso di certo pareri favorevoli e di stima nei confronti della Gelmini. Durante un comizio a Torino, il leader della Lega manifestava la sua idea di maestro unico, imbarazzato sicuramente dalle considerazioni rilasciate dal ministro dell’istruzione, che invocava il risparmio per giustificare una scelta così sconsiderata e che manderà a casa oltre 130 mila insegnati. Bossi dunque non ha resistito agli input della folla che lo invitavano a dire la sua su questa riforma scriteriata, che colpirà tutti, elettori di destra e di sinistra, e alla fine è sbottato: «Anche se capisco che bisogna risparmiare, un solo insegnante rovina i bambini», poi ha aggiunto ripetendolo con molta foga che «con più insegnanti è più probabile che almeno uno sia bravo». Insomma questa scelta non piace neanche alla Lega a tal punto che il ministro Bossi in maniera diretta nel suo intervento ha messo in dubbio le capacità di valutazione della sua collega, che in verità fa l’avvocato, e ha sferrato come al solito un ultimo attacco sottolineando che «per capire che cosa serve alla scuola devi averci vissuto dentro, essere stato insegnante, aver sentito l'odore della polvere».

Bossi non ha remore a far capire ai suoi elettori che la ministra non sembra raccapezzarci molto in materia di istruzione tant’è che il senatur alla fine dice chiaramente: «la prossima volta quella poltrona spetta alla Lega». Addirittura dalla platea è arrivato il commento di una donna che chiedeva a Bossi di mandare a casa la Gelmini, e Bossi per nulla imbarazzato dalla richiesta le ha risposto che «se comincio a mandare un ministro a casa è facile che si ingrippi il Governo». Sicuramente il senatur in qualche modo un pensierino deve averlo fatto. «Dimmissioni ritenute opportune anche dalla maggioranza», ribadisce Manuela Ghizzoni,capogruppo del PD della Commissione Cultura della Camera, ricordanndo che il primo ad averle chieste, era stato nei giorni scorsi Pier Luigi Bersani, ministro dell'Economia nel Governo ombra del PD. La Ghizzoni infatti nota che «Umberto Bossi, nel suo attacco alla Gelmini, di fatto conferma come il decreto, oltre a non essere stato preceduto da nessun dibattito, non sia fondato su nessuna riflessione sul modello educativo e sia privo di qualsiasi preoccupazione pedagogica sul maestro unico». Non c'è dubbio per la Ghizzoni che la ministra dell'Istruzione, come peraltro ammette lei stessa, «svolge di fatto un lavoro ragionieristico per conto del capoufficio Tremonti«

Ovviamente non è mancata la risposta piccata della Gemini a Bossi, la quale di rimando lo ha accusato di confusione : «Sono stupefatta della confusione mentale di Umberto Bossi, che a metà agosto ha detto che tre maestri erano troppi e ne bastava uno perchè serviva un riferimento unico. Il 7 settembre dice esattamente l’opposto. Si metta d’accordo con sè stesso prima di parlare di scuola. Per fortuna - conclude il ministro - il Governo, con le misure previste da Tremonti e da me attuate, grazie al voto del Parlamento ha già deciso».

Purtroppo il governo ha già deciso, ma di certo opposizione e sindacati non staranno con le mani in mano. Dopo l’attacco alla Gelmini anche da parte del segretario del PD Walter Veltroni, sdegnato per una riforma che danneggia la scuola primaria «la migliore che abbiamo, che funziona bene e che rappresenta un'eccellenza nel mondo», anche il segretario della Cgil Guglielmo Epifani si è espresso duramente nei confronti della scelta della ministra di ricorrere al maestro unico definendola «la scelta più grave» . Anzi Epifani ha detto di aspettarsi una grande protesta soprattutto dalle famiglie: «Il ritorno al maestro unico sta generando preoccupazione tra i ragazzi e nelle famiglie. E’ un problema serio e costituirà il punto di una protesta molto estesa perché sapere se un bambino può restare a scuola dalle 8 di mattina alle 16.30 è una questione che riguarda la vita e la condizione delle famiglie. Poi da parte di Epifani la stoccata finale, quella più amara perché fa riferimento al concetto di qualità che la scuola deve offrire, la prima a non essere stata tenuta in conto dalla riforma della Gelmini: «La scuola – ha ripetuto Epifani - non può vivere in logiche solo quantitative e dove la qualità non conta mai». Già da questi giorni, che coincidono con la riapertura delle scuole, inizieranno le prime proteste di insegnati, genitori, alunni e bidelli tutti d’accordo e uniti a dare battaglia a questa riforma che mette in crisi l’ormai collaudato sistema scolastico italiano, considerato appunto un’eccellenza, e che manderà a casa molte persone, tra queste anche molti insegnanti precari, i quali invece si aspettavano una soluzione diversa e non di certo la mancata riconferma da parte del governo.

AdO