15 ottobre 2025
Aggiornato 01:30
industria

Così Bologna punta tutto sull’Industria 4.0 (e i giovani)

Anche l'Università di Bologna parteciperà al bando promosso dal MISE per essere uno dei 4-5 Competence Center italiani

Così Bologna punta tutto sull’Industria 4.0 (e i giovani)
Così Bologna punta tutto sull’Industria 4.0 (e i giovani) Foto: Shutterstock

BOLOGNA - C’è anche l’Università di Bologna tra gli atenei che parteciperanno al bando previsto dal Ministero dello Sviluppo Economico per la realizzazione di 4-5 Competence Center sul territorio italiano. Bando che - salvo ulteriori ritardi - dovrebbe essere sbloccato a partire dal prossimo anno. Ben 60 i milioni di euro che il Governo ha previsto per la realizzazione degli hub regionali dedicati al trasferimento tecnologico da università a imprese. In questa corsa - che si annuncia agguerrita - ci sarà anche l’università di Bologna, come annunciato dal rettore Francesco Ubertini in un’intervista al Corriere della Sera.

L’attenzione è puntata sulle discipline che stanno realizzando la trasformazione digitale e l’automazione, quindi robotica, meccatronica, fotonica, Big Data, Internet of Things. In questo senso i Competence Center saranno delle ‘isole tecnologiche’ in cui testare le tecnologie pronte per il mercato e aiutare le imprese nell’avviare correttamente la trasformazione digitale. Data l’introduzione, nell’ateneo bolognese, dell’atteso corso di Meccatronica, è possibile che il Competence Center emiliano possa specializzarsi nelle filiere della meccatronica, del biomedicale, dell’agroalimentare e dell’industria creativa, fino all’edilizia.

Del resto, Bologna, ha visto una crescita esponenziale nell’ultimo periodo che le ha fatto guadagnare il 2° posto tra le città più intelligenti d’Italia. Una trasformazione che riguarda tutta la regione, come dimostrato dai risultati di Prometeria, che ha classificato l’Emilia Romagna come la regione più dinamica del Paese, con un Pil che sale dell’1,9% nel 2017 contro una media nazionale che si arresta all’1,4%. Ridotta anche la disoccupazione al 5,9% e il più alto livello di export procapite, che raggiunge i 12mila e 500 euro. E questo è dovuto, principalmente, agli investimenti e all’internazionalizzazione registrata nel segmento dell’industria emiliana. Nel 2016 il 92,5% delle imprese ha realizzato investimenti. Percentuale che non ha precedenti negli ultimi dieci anni (era all’89,6% nel 2007) e che si prevede in ulteriore accelerazione in questi mesi, sulla scia degli incentivi del Piano 4.0.

L’attenzione, specie quella delle Università, è - infatti - incentrata sulla formazione dei giovani. Secondo i dati di Digital360, solo il 30% dei laureati italiani conosce la definizione corretta di strumenti dell’innovazione digitale applicati al business come «mobile advertising», «cloud», «fatturazione elettronica» o «big data» (erano il 25% due anni fa), mentre ben il 60% non ha mai sentito nominare alcune delle principali aree dell’innovazione digitale, come blockchain, Internet of Things o Industria 4.0. Oltre a incentivare la formazione digitale all’interno degli atenei, i Competence Center avranno lo scopo di collegare gli studenti con le imprese, attuando il cosiddetto «trasferimento tecnologico» per apportare il know how necessario alle imprese per avviare un corretto sviluppo tecnologico.

Bologna è già una città pionieristica dal punto di vista della formazione. Alla Bonfiglioli di Calderara, è stato avviato il primo modello in Italia di re-trading: un vero e proprio programma di riqualificazione per chi già lavora, in modo da rendere più agibile il cambiamento di competenze dettato dalla trasformazione digitale. Il progetto ha coinvolto inizialmente 15 dipendenti Bonfiglioli dello stabilimento Evo, per poi estendersi nei prossimi mesi a tutta l’azienda. I lavoratori stanno seguendo, così, uno specifico piano formativo erogato nel nuovo programma di riqualificazione per il quale Bonfiglioli ha messo sul piatto ben 130 milioni di euro.