19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
automotive

Da Torino la prima macchina elettrica che si ricarica durante il viaggio

Il prototipo verrà testato in questi giorni a Susa. Il sistema funziona grazie alla trasmissione induttiva di energia elettrica tramite l'utilizzo di induttori risonanti, che funzionano grazie ad un principio molto simile a quello che ci permette di cucinare sulle piastre a induzione

TORINO - Ricaricare le batterie delle auto elettriche mentre si viaggia, direttamente sull'asfalto, sfruttando la tecnologia wireless: è l'obiettivo che si prefigge un prototipo realizzato dal Politecnico di Torino, battezzato Polito Charge While Driving che ha l'obiettivo di accorciare o addirittura eliminare le lunghe attese per ricaricare l'auto elettrica che, oggi, deve avvenire a veicolo fermo.

Caricare le batterie durante il viaggio
Sviluppato dal gruppo di ingegneria elettrica del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino, coordinato dal Professor Paolo Guglielmi e dal Professor Fabio Freschi e composto dai giovani ricercatori Vincenzo Cirimele, Michela Diana, Riccardo Ruffo, Alessandro La Ganga e Mojtaba Khalilian, il prototipo sta per essere testato in un circuito di prova a Susa (Torino ) presso il centro Guida Sicura MotorOasi Piemonte nell'ambito di un'iniziativa di ricerca promossa dall'Ateneo insieme a 24 partner internazionali del progetto europeo Fabric (Feasibility analysis and development of on-road charging solutions for future electric vehicles). La potenza trasmessa equivale ai contatori di sette appartamenti, 20 chilowatt, e l’efficienza è altissima, 90%. I risultati, ovviamente, cambiano in base alla velocità.

Come per le piastre a induzione
Il prototipo si basa su una tecnologia detta inductive power trasfer (IPT) che ha suscitato molto interesse tra le aziende del settore automotive. Questi sistemi funzionano grazie alla trasmissione induttiva di energia elettrica tramite l'utilizzo di induttori risonanti, che funzionano grazie ad un principio molto simile a quello che ci permette di cucinare sulle piastre a induzione. Tale tecnologia non richiede quindi alcun contatto elettrico, introducendo numerosi vantaggi in termini di sicurezza e semplicità di utilizzo, con una notevole riduzione delle necessità di manutenzione, ma soprattutto l'eliminazione di installazioni esterne come le colonnine di ricarica, che sono spesso soggette a incidenti o atti vandalici.

Tecnologia in movimento
Un passo ulteriore rispetto a questi sistemi è stato fatto dal prototipo installato a Susa, che non richiede che la ricarica avvenga con veicolo fermo durante le soste o, in modo prolungato, durante il parcheggio: si parla in questo caso di dynamic IPT, ovvero l'utilizzo della stessa tecnologia durante il movimento del veicolo. L'unità base di un sistema IPT per applicazioni automotive è costituita da una bobina fissa, posta al di sotto del manto stradale, indicata come trasmettitore, e una bobina installata a bordo veicolo chiamata ricevitore. Nel circuito di Susa sono state installate 50 bobine trasmittenti, che invieranno energia ad un ricevitore installato a bordo di un veicolo commerciale leggero.